Non è certa la riapertura a breve dell’hotel Subasio, chiuso dopo l’interdittiva antimafia arrivata al titolare della società che gestiva la struttura. Le quote del precedente gestore sono state rilevate in toto da una società con interessi nel settore alberghiero ad Assisi, Santa Maria degli Angeli e Perugia, che ha acquisito l’intero pacchetto, cambiando nome e sede legale alla società per poter così subentrare ai contratti in essere incluso quello dell’affitto la struttura alberghiera.
Obiettivo – come da “memorandum” pubblicato nell’albo pretorio del Comune e reso noto dal Corriere dell’Umbria nell’edizione in edicola domenica – è far decadere l’Antimafia (su cui è competente Reggio Calabria e non Perugia: di qui il “non possumus” alla richiesta in tal senso fatta nei giorni scorsi) per poter continuare a operare nel contratto trentennale dell’Hotel Subasio, all’epoca stipulato con gli Istituti riuniti di beneficenza, proprietari della struttura (insieme, in minima parte – la terrazza panoramica con vista su San Francesco – al Sacro Convento) che gestiscono la casa di riposo Andrea Rossi, mandata avanti anche grazie al canone di affitto della società calabrese che a suo tempo aveva vinto la gara d’appalto (una concessione di 30 anni per 5 milioni e 550mi1a curo).
Ma non tutto potrebbe filare così liscio: alcuni albergatori locali vorrebbero infatti che venisse bandita una nuova gara per la gestione dell’Hotel Subasio, considerato che la notifica dell’interdittiva antimafia ha fatto venire meno una delle condizioni del bando precedente vinto dalla società calabrese: bando che chiedeva, come condicio sine qua non per partecipare alla gara, l’assenza di provvedimenti del genere. L’interdittiva non è di per sé un automatismo di non validità: in caso di ricorso, bisogna verificare quando è arrivata e soprattutto tenere conto che la prefettura di Reggio Calabria l’ha decisa per questioni non relative al settore alberghiero.
Anche per capire cosa fare con l’Hotel Subasio, l’Irb ha già bussato a Cantone: “Come consiglio di amministrazione – spiega la presidente degli Irb, la dottoressa Loredana Capitanucci – abbiamo deciso di rivolgerci all’Autorità nazionale anticorruzione, presieduta da Raffaele Cantone per avere un parere tecnico: sapere se quello che è stato fatto e quanto si sta facendo è nel segno della trasparenza e della legalità è per noi fondamentale”. Se anche tutto andasse come dovrebbe, c’è poi da tenere conto che come da delibera pubblicata nell’albo pretorio – oltre alla decadenza del provvedimento deciso dalla prefettura di Reggio Calabria la nuova compagine dovrà ottenere il gradimento dell’Irb, chiedere alla prefettura l’informazione antimafia, ottenere dal Comune di Assisi le licenze alberghiere e di ristorazione per ricominciare l’attività. C’è poi il nodo lavori: l’azienda subentrata si è tutelata anche in questo senso, e nei documenti pubblicati nell’albo pretorio del Comune si spiega che eseguirà lavori per un milione di euro, dando per “scontato” (sarà eseguita un’apposita perizia) che la precedente gestione ne abbia già fatti per mezzo milione di curo. Il tutto, in caso di mancato accordo tra le parti, dovrà essere accertato con una perizia di un tecnico del Comune.
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