Nel segno di Chiara e Francesco (“un patrimonio spirituale che qualifica la peculiare identità e che fa la ‘differenza’ di Assisi nel mondo”), la Chiesa traccia le sue linee guida per Assisi nel terzo millennio, visto che – secondo il documento – gli amministratori (e non solo) devono garantire questa “ineguagliabile peculiarità”.
Le linee guida di Assisi nel terzo millennio sono state presentate nella Sala della Spogliazione: presenti il vicario episcopale per la cultura, don Vittorio Peri, il vescovo Domenico Sorrentino, e gli amministratori cittadini (oltre alla società civile). Assisi nel terzo millennio viene immaginata tra sacro e profano: quattro le macroaree di Assisi nel terzo millennio, tra spiritualità cultura, ambiente e turismo. Di seguito i punti principali, qui il documento integrale.
Nella sezione spiritualità, si ricorda tra l’altro lo straordinario patrimonio culturale e artistico, materiale (come le basiliche papali e le altre chiese e musei/palazzi rinascimentali) e immateriale, tra manifestazioni religiose e civili e istituzioni e associazioni varie. Viene tra l’altro chiesto che i responsabili della pubblica amministrazione, della Chiesa diocesana e delle istituzioni educative facciano in modo che tutti i cittadini sentano il “privilegio” di essere assisani, come anche “la responsabilità di vivere in questo territorio di grazia” (Benedetto XVI); che gli assisani, sempre orgogliosi di essere tali quando visitano altre città e nazioni, mostrino sempre nella vita quotidiana un sommo rispetto verso i menzionati valori spirituali; che la Città, in forza della menzionata identità, diventi un “laboratorio” permanente di riflessioni e incontri tra religioni e culture diverse per aiutare tutti a “riscoprire insieme i valori umani e morali, essenziali e nativi, che scaturiscono dalla verità stessa dell’essere umano ed esprimono e tutelano la dignità della persona” (Giovanni Paolo II); che si valorizzi più adeguatamente la recente iniziativa del vescovo Domenico Sorrentino per rilanciare lo “spirito di Assisi” – espressione coniata da s. Giovanni Paolo II in occasione della predetta Giornata mondiale – mediante una commemorazione annuale della Giornata da tenere possibilmente nel giorno anniversario.
Sul fronte cultura, per l’Assisi nel terzo millennio, si chiede che vengano ospitate manifestazioni religiose e culturali sul tema della pace, si sostenga una politica a favore della vita e per la famiglia “come società naturale fondata sul matrimonio” (Costituzione della Repubblica). “A che giova indebolirla ulteriormente? a chi giova che tanti bambini non possano più dire ‘papà’ e ‘mamma’?”, si chiede il vescovo Sorrentino. “In nome delle esigenze della ragione e del buon senso – aggiunge – la città di Assisi spenda il suo prestigio mondiale per dare un segnale di resistenza a questa deriva e, soprattutto, individui concrete iniziative di sostegno alle famiglie ”.
Chiesta anche l’organizzazione concerti e mostre d’arte, anche sostenendo “soltanto quelle iniziative di alto profilo culturale e morale effettivamente promosse da enti, associazioni, ecc. soprattutto per favorire i giovani che, pur aperti a nobili orizzonti morali e culturali, oggi più che mai sono a rischio di alcolismo, droga, gioco d’azzardo”, rispettando il rigoroso rispetto delle persone, dei luoghi e del decoro in modo che l’ambiente non venga deturpato o ridotto a “palcoscenico” di qualsiasi iniziativa che possa fare notizia (citate, in una nota a piè pagina, le cene propiziatorie del Calendimaggio di Assisi, in cui andrebbero evitati “sballo e sfrenatezza”). Tra l’altro, si chiede la massima diffusione del programma annuale delle principali manifestazioni religiose, culturali, sportive ecc. che si terranno non solo sul territorio comunale, ma anche – per incrementare il turismo – nelle città più vicine dell’Umbria e di altre regioni. E, ciò, sia per un’opportuna informazione a residenti e visitatori, sia per evitare che l’accavallamento delle iniziative ne ostacoli la partecipazione.
Sul fronte ambiente, si chiede di garantire “il rispetto di tutti i cittadini e turisti (…) con orari di chiusura certi e promuovendo il decoro espositivo degli esercizi commerciali”, una pulizia quotidiana di strade e verde, valorizzazione del Pincio (attrezzandolo con giochi per bambini e ragazzi e attivando possibilmente un gruppo di anziani per assicurare ordine e sicurezza) e del Parco del monte Subasio, anche attraverso attività sportive in sinergia con i comuni di Spello, Nocera Umbra e Valtopina nel cui territorio la montagna si espande, nel rigoroso rispetto della peculiare storia francescana dell’ambiante che ospita l’Eremo delle carceri.
Sul fronte turismo, infine, per l’Assisi del terzo millennio si chiede – anche alla luce del fatto che molto del turismo è fatto di “pellegrini (motivati da consapevoli scelte di fede), prima ancora che di turismo religioso (interessi culturali in luoghi religiosi) e di turismo culturale”, di promuovere uno stile di accoglienza “amichevole e corretto, esente da qualsiasi discriminazione e smodato guadagno”. A questo proposito, citato espressamente il fatto che “Coloro che giungono in treno, ad esempio, debbono poter trovare sempre un bus sul piazzale della stazione. Attualmente, infatti, sconcerta la frequente assenza delle coincidenze tra gli arrivi dei treni e le partenze dei bus”.
Chiesta anche la presenza di informazioni plurilingue su ricorrenze, feste, concerti, convegni, mostre, rappresentazioni teatrali e la riattivazione del Metastasio, dotando la Città di un’adeguata segnaletica stradale plurilingue, ma anche adoperandosi affinché l’Ospedale civile sia in grado di assicurare adeguate cure sanitarie, specie di “pronto soccorso”, commisurate al grande numero di visitatori.
L’immagine è del fotografo Francesco Cattuto
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