Teatro Metastasio, dopo che il Comune non ha rinnovato la concessione del comodato d’uso alla Compagnia Carlo Tedeschi, sulla vicenda interviene monsignor Vittorio Peri, vicario episcopale per la cultura, che mette in fila gli otto punti per i quali spera in un dialogo pacato e costruttivo.
“Le varie utenze del Teatro Metastasio sono da anni totalmente a carico dalla Compagnia e non del Comune; i giovani attori e tecnici non hanno mai utilizzato il teatro come dormitorio; l’unica brandina nei pressi del palcoscenico serve da pronto soccorso per eventuali infortuni. La Compagnia ha svolto una programmazione di natura prevalentemente religiosa, soprattutto perché questo è il genere preferito dal pubblico e il Teatro Metastasio non è stato utilizzato in modo esclusivo dalla Compagnia dato che l’amministrazione comunale, in base alla convenzione, ha avuto la possibilità di utilizzarlo per 30 giorni l’anno con iniziative proprie o di altri enti e associazioni: senza oneri per nessuno e, anzi, con la gratuita collaborazione dei giovani attori e tecnici; non corrisponde a verità che la Compagnia abbia utilizzato il teatro gratuitamente. Le precarie condizioni tecnico-strutturali in cui esso si trovava nel 2008, quando iniziò la regolare programmazione – scrive ancora Peri – resero necessari molti e onerosi lavori che furono eseguiti, con qualche aiuto del Comune, soprattutto dalla Compagnia per un importo di oltre 150 mila euro, oltre al determinante volontariato dei soci dell’Associazione Dare cui la Compagnia fa capo. Un lavoro che potrebbe essere considerata un affitto anticipato; grazie alla Compagnia, qualsiasi gruppo di almeno 25/30 persone ha avuto in questi anni la possibilità di assistere al Teatro Metastasio, su richiesta, al musical di turno: non solo ogni giorno, ma anche nell’ora scelta dallo stesso gruppo. Una opportunità, probabilmente unica nel mondo teatrale, della quale hanno ovviamente potuto fruire residenti e visitatori; in questi otto anni di programmazione oltre 100 mila sono stati gli spettatori che nel Teatro Metastasio hanno assistito ad oltre mille rappresentazioni: mediamente 12.500 l’anno; dall’anno 2010 circa 350 sono stati i bambini e i ragazzi di Assisi che hanno frequentato regolari corsi di danza classica e acrobatica, recitazione, canto, ecc. riconosciuti anche dalla Royal Accademy of dance di Londra che ogni anno ha inviato un esperto per le prove d’esame. I corsi di danza moderna sono invece riconosciuti dall’ISTD della stessa città inglese”.
Per Peri, “in una città a prevalente fisionomia turistica com’è Assisi, ci si poteva attendere un’attenzione non solo alle pur legittime esigenze dei residenti ma anche e forse soprattutto, in questo caso, a quelle dei suoi visitatori – pellegrini, più che semplici turisti – dai quali la Città trae gran parte delle sua risorse economiche”. Quanto alle “insinuazioni” che il Teatro Metastasio fosse usato come dormitorio “appaiono – scrive Peri – ridicole a chi conosce direttamente questo gruppo di giovani e di adulti, esemplari sotto ogni aspetto: umano, morale artistico e spirituale. La loro presenza, costituendo un valore di profilo culturale e religioso aggiunto sia per la comunità ecclesiale sia per la società civile, ha spinto il nostro Vescovo a mettere a loro disposizione una capiente abitazione nei pressi di Assisi, ristrutturata poi con le loro forze. La Curia diocesana ha dato il suo patrocinio”.
“Si è anche parlato, in questi giorni come in passato, – conclude Peri nella sua lunga lettera sul Teatro Metatastasio – di nuovi eventi da programmare per attirare turisti. Si facciano pure questi eventi, purché non sviliscano l’intangibile volto della Città. Dovremmo tuttavia sempre ricordare che i grandi eventi li abbiamo già: sono le straordinarie figure di Francesco e di Chiara. Certo, anche il suo territorio ha un notevole patrimonio storico-artistici da custodire; la stessa ‘seraphica civitas’, com’è definita nel gonfalone, è anzi essa stessa un peculiare ‘museo a cielo aperto’ meritevole di una cura non approssimativa, ma meticolosa accurata fin nei più piccoli dettagli.
© Riproduzione riservata