Ancora un nulla di fatto per la crisi Colussi: il tavolo tra azienda, sindacati e rsu del 7 novembre finisce “in bianco”, nonostante il passo avanti sugli esuberi. Una piccola limatura, di cinque unità (verrebbero salvati 40 lavoratori su 125 licenziamenti collettivi già annunciati), che non soddisfa i rappresentanti dei lavoratori.
Il nuovo incontro per sciogliere la crisi Colussi andrà in scena il 15 novembre, e si spera sia quello risolutivo visto che il giorno successivo ci saranno le assemblee di fabbrica. Come noto, i lavoratori vorrebbero riportare a Petrignano di Assisi le undicimila tonnellate di fette biscottate ad oggi prodotte a Fossano perché uno stabilimento più conveniente strategicamente, in virtù dei migliori collegamenti che il Piemonte offre rispetto all’Umbria.
Per il resto, le proposte dell’azienda – al netto della limatura di cinque dipendenti: ne verrebbero licenziati 85 tra scivoli pensionistici e ricollocamenti: sarebbero però solo una decina le uscite “incentivate”, gli addetti più anziani e quindi più vicini alla pensione – sono quelle alle quali nei giorni scorsi, rsu e sindacati hanno già espresso “forte contrarietà”.
Intanto però il calendario della crisi Colussi scorre: azienda e sindacati/rsu avevano, da metà ottobre, 75 giorni di tempo per trattare: se gli incontri, entro Natale, non dovessero portare a nulla, 125 persone, alle quali in caso verranno versate dalle tre alle nove mensilità a seconda dell’anzianità di servizio, perderanno il posto di lavoro.
E intanto non si ferma la mobilitazione politica per la crisi Colussi: il sindaco Stefania Proietti, che ha interessato del caso anche il ministro Poletti, ha scritto nei giorni scorsi alla Regione per chiedere che il Comune sia invitato ai tavoli istituzionali ma anche a quelli tecnici. “L’azienda è di Petrignano di Assisi e ci lavorano molte persone che risiedono nel territorio comunale, molte nostre famiglie: vogliamo esserci”, spiega la prima cittadina.
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