Sciopero alla Colussi. Tutto lo stabilimento di Petrignano d’Assisi – operai e impiegati – martedì 17 sarà in sciopero contro le decisioni dei vertici Colussi di licenziare 125 lavoratori. Nella notte tra mercoledì e giovedì, la conferma dalle tre assembleee aziendali.
L’azienza aveva preannunciato 80 esuberi, i sindacati avevano lavorato su una controproposta per cui o lavoratori avevano accettato di entrare in solidarietà (rinunciando a una mensilità di stipendio): martedì la doccia fredda: i lavoratori da licenziare sono diventati 125, dopo che si è scesi da 55mila a 44mila tonnellate di produzione, in uno stabilimento che potrebbe arrivare a 100, si sono dismessi alcuni marchi e spostate alcune produzioni.
Nel giorno in cui a Confindustria si tornerà a trattare, è previsto infatti un incontro fra azienda e sindacati: i lavoratori organizzeranno un nuovo presidio in via Palermo a Perugia, al quale dovrebbero essere presenti anche i sindaci di Assisi e Bastia Umbra, che ieri hanno incontrato i lavoratori. Martedì scorso, l’azienda ha annunciato il via la procedura per 125 licenziamenti collettivi in base alla legge 223/91 e martedì dovrà comunicare quali sono i profili che in base al piano di riassetto dovrebbero uscire dallo stabilimento con un’indennità compresa tra i tre e i nove mesi di stipendio: le parti avranno 75 giorni di tempo per trovare un accordo, in ballo ci sono 115 operai degli impianti di produzione e per 5 amministrativi dipendenti diretti Colussi, più altri 5 amministrativi della Sogesti, la controllata che si occupa di amministrazione.
L’onorevole Giampiero Giulietti (Pd) chiede all’azienda di rivedere tale decisione “ma – spiega nella sua interrogazione al Ministro allo Sviluppo economico per conoscere quali misure intenda urgentemente adottare al fine di scongiurare gli esuberi – occorre anche un impegno comune di istituzioni, organizzazioni sindacali, rappresentanti delle imprese e delle loro associazioni di categoria, perché i piani industriali non possono scaricare esclusivamente alla mediazione istituzionale e sindacale l’impatto sociale delle vertenze”.
Sul caso dello sciopero alla Colussi interviene anche Stelvio Gauzzi, coordinatore ApiUmbria, Associazione per le Imprese dell’Umbria: “Con le attuali difficoltà della Colussi e della Perugina si acuiscono (purtroppo) ancora di più i punti di debolezza del nostro sistema produttivo, regionale e nazionale. Auspico, dato che la “politica dei partiti e le rappresentanze”, quando non si sono dimenticati, hanno fatto spesso le “orecchie da mercante” per tante altre imbarazzanti situazioni aziendali dei nostri territori, che le difficoltà di due marchi storici dell’industria nazionale ed internazionale, possa stimolare una discussione seria sul metodo di come poter salvare le nostre aziende umbre, sempre più spesso vessate da un socio di maggioranza, lo Stato, che quotidianamente ed incessantemente ne sta sgretolando le fondamenta e quindi la stabilità economica e sociale”.
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