È stato il giorno dello sciopero Colussi. Otto ore di braccia incrociate e presidio in via Palermo, davanti alla sede di Confindustria, dove è in programma l’incontro tra sindacati e azienda. Una risposta forte, decisa nei giorni scorsi a seguito dell’annuncio da parte del gruppo di aprire le procedure per il licenziamento di 125 addetti. “Buffoni” e “Non siamo teste, siamo famiglie” gli slogan più gridati dagli operai, ‘aiutati’ anche da fischietti. “La vostra mentalità non piega la nostra dignità. Il posto di lavoro è un diritto di tutti e va difeso. In mezzo alla strada 125 teste e 125 famiglie”, uno degli striscioni portati dagli operai. (Continua dopo il video).
L’annuncio degli esuberi è stato una doccia fredda per il personale dello stabilimento di Petrignano di Assisi che dà lavoro a 450 persone, tutte in contratto di solidarietà dal 2015 e senza più ammortizzatori sociali. Il percorso prevede un primo incontro informativo con l’azienda, poi ci saranno 75 giorni di tempo per trovare un accordo. Se questo non ci sarà, a Natale 125 persone, alle quali in caso verranno versate dalle tre alle nove mensilità a seconda dell’anzianità di servizio, perderanno il posto di lavoro.
LE INDISCREZIONI SULL’INCONTRO – Secondo le indiscrezioni, l’azienda avrebbe fatto delle aperture sul numero degli esuberi, anche se la procedura di licenziamento collettivo per 125 operai rimane aperta; come spiegano i sindacalisti però, pare che il numero potrebbe essere ridotto: maggiori informazioni arriveranno dal tavolo del 25 ottobre. Tra le idee emerse, incentivare all’uscita i lavoratori in ‘odore’ di pensione, riorganizzare il lavoro internalizzando alcuni servizi appaltati all’esterno (salvando una ventina di persone). Possibile anche una maggiore uniformità dei contratti attraverso i quali sono inquadrati gli oltre 450 dipendenti, una maggiore formazione e il recupero del piano industriale presentato mesi fa.
LA NOTA DEL GRUPPO COLUSSI – Stando a una nota del Gruppo Colussi, “alle rappresentanze sindacali è stata ribadita la volontà di implementare il piano industriale relativo al sito di Petrignano. Nel corso della riunione, Colussi ha ribadito la massima disponibilità a portare avanti un confronto serrato e positivo con le organizzazioni sindacali dando disponibilità a lavorare su un diverso modello organizzativo e di flessibilità, con l’obiettivo di contenere per quanto possibile il numero degli esuberi previsti ad oggi. Un nuovo modello che, unitamente agli importanti investimenti previsti, consentirà un pieno e concreto rilancio del sito di Petrignano assicurando sviluppo e crescita sull’ambito industriale ma anche sulle attività dell’indotto che sempre più possono essere coinvolte in una crescita organica del territorio e delle sue peculiarità”.
Per l’azienda, “la situazione occupazionale che si presenta a Petrignano non è infatti legata a difficoltà aziendali o di business ma conseguenza di una produzione sempre più coerente con la continua attività di Ricerca e Sviluppo ed innovazione tecnologica che il Gruppo Colussi sta portando avanti da tempo, trovando riscontro nel gradimento da parte dei consumatori. Il piano industriale ripercorso con le organizzazioni sindacali ha mostrato come non si può certo parlare di disimpegno sul territorio umbro, in considerazione degli importanti investimenti pianificati nel triennio 2017-2019, con una cifra che complessivamente potrebbero superare gli 80 milioni di euro. Una fetta importante di investimenti è destinata alle attività di Ricerca e Sviluppo – previsti in crescita di oltre il 50% – che hanno già dimostrato di avere un impatto concreto anche sul territorio. I progetti di filiera hanno permesso di superare i 1.000 ettari coltivati a grano in Umbria impiegati nella produzione del Gruppo mentre sono in progetto ulteriori analisi tecnologiche finalizzate ad introdurre la coltivazione sul territorio della chinoa per l’impiego nei prodotti da forno. Complessivamente sono oltre 15 i milioni d’investimenti che andranno a toccare direttamente il sito produttivo nel prossimo triennio aggiungendosi a quelli che nel passato avevano permesso un’importante azione in termini di innovazione di prodotto che ha consentito il lancio di oltre 40 nuovi prodotti”.
SCIOPERO COLUSSI, IL SOSTEGNO DI LANDINI – “Lo sciopero Colussi di oggi è un messaggio molto preciso all’azienda che non può da un lato annunciare investimenti e dall’altro dei licenziamenti”, ha detto Maurizio Landini, presente al presidio dei lavoratori. Per il segretario generale della FIOM-CGIL, il gruppo Colussi si “deve fermare e fare un passo indietro, sospendere la procedura ed aprire una discussione vera. Sarebbe un atto di responsabilità e saggezza – ha concluso – se oggi il Gruppo, di fronte alla mobilitazione dei lavoratori, si fermasse e aprisse un percorso per una trattativa vera sulla politica industriale, sull’investimento e sul lavoro”.
Allo sciopero Colussi di oggi c’erano anche dei rappresentanti istituzionali (presente tra l’altro il sindaco di Assisi Stefania Proietti e il consigliere di maggioranza di Assisi Luigi Bastianini), mentre l’assessore Eugenio Guarducci, nella sua veste di patron di Eurochocolate, ha espresso solidarietà ai lavoratori del comparto dolciario. Nel corso della presentazione della Choco Academy, la Scuola di formazione ed Alta formazione professionale per i futuri Maestri del Cioccolato, promossa da Università dei Sapori ed Eurochocolate, Guarducci ha espresso solidarietà ai lavoratori Colussi che proprio questa mattina, martedì 17, stavano manifestando davanti a Confindustria contro lo spettro di 125 licenziamenti allo stabilimento di Petrignano di Assisi.
CRISI AGROALIMENTARE, IL TAVOLO IN REGIONE – Nella giornata di ieri, invece, prima dello sciopero Colussi, si è svolto ieri il tavolo in regione tra giunta regionale, azienda e sindacati “per per capire, al di là delle specifiche vicende che sono ognuna distinta e diversa, come quelle della Perugina, Colussi ed ex Novelli che hanno trattazioni in tavoli a sé stanti, se possiamo affrontare il tema della prospettiva industriale dell’agroalimentare umbro con una visione che guarda al futuro, che dia certezze al settore e risposte anche sul versante occupazionale”. Per la presidente della Regione Catiuscia Marini, la riunione di ieri è stata “propedeutica per verificare la possibilità di individuare una rotta comune che ci consenta di affrontare le diverse problematiche del settore in una prospettiva di sistema”.Le parti sociali hanno condiviso la prospettiva indicata dalla Marini dichiarando la propria disponibilità a compiere un percorso comune, fermo restando che le vertenze aperte dovranno trovare la gestione delle procedure secondo le modalità individuate nei tavoli nazionali già esistenti.
Intanto, prima dello sciopero Colussi di oggi, il consigliere regionale e segretario umbro del Partito democratico, Giacomo Leonelli, ha annunciato la presentazione di una interrogazione in cui chiede di conoscere cosa la Giunta regionale intenda fare per portare all’attenzione del Governo la vertenza Colussi. Per Leonelli, l’aumento degli esuberi da 70 a 125, “desta particolare preoccupazione soprattutto perché il marchio Colussi è fortemente legato a Perugia e l’azienda ha una visibilità nazionale fortemente riconducibile al nostro territorio”.
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