Dopo l’assemblea del consorzio, Welcome Assisi prende posizione sulla tassa di soggiorno, accodandosi al no già espresso da Federalberghi provinciale, seppure con alcuni distinguo.
“Premesso che questa amministrazione aveva promesso di non introdurre la tassa di soggiorno – spiega il presidente Alberto Gradante – il Consorzio Albergatori Welcome Assisi si domanda cosa sia accaduto, quale fattore così rilevante, abbia determinato nell’arco di questi 12 mesi un cambio di rotta. Forse il bilancio del comune di Assisi è in dissesto? Forse questa amministrazione ha previsto un miracolo economico ed un incremento delle presenze già dal 01 gennaio 2018? Forse non è vero che Assisi è una delle città turistiche più colpite dai danni indiretti del terremoto?”
“Le risposte – ricorda Welcome Assisi – ci verranno date il primo settembre, quando ci verrà presentata la bozza di regolamento della tassa di soggiorno. Noi non abbiamo paura della tassa di soggiorno ed in linea generale Welcome Assisi non è contraria, ma riteniamo che non sia il momento di aggiungere questa odiata tassa a carattere locale, in un settore alberghiero già in crisi (parliamo del -27,23% degli arrivi e il -26,85% delle presenze) ed siamo consapevoli che un aumento dei prezzi scoraggerebbe ancora di più le presenze. Gli albergatori hanno già un carico fiscale elevato e in questo momento con credo sia un bene aggravare gli operatori, i quali avrebbero apprezzato di più se si fosse parlato di lotta all’abusivismo”.
“L’Osservatorio nazionale sulla Tassa di Soggiorno curato dalla Jfc, ha mostrato come più di un t.o. su quattro (precisamente il 28%) ha appunto ridotto la propria attività sul nostro Paese anche per le complicazioni derivanti da questa imposta. Ciò premesso – conclude Welcome Assisi – è superfluo elencare tutte le motivazioni per cui non può essere vagliata oggi questa ipotesi, senza dimenticare che il Settore Turistico potrebbe essere quasi l’unico settore capace di creare nuovi posti di lavoro nel comune di Assisi”.
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