AssisiNews riceve e pubblica la vicenda di un genitore di un alunno che frequenta una scuola del comprensorio assisano, che si dice “amareggiato e fortemente deluso dal Sistema Sanitario Regionale dell’Umbria”, ricostruendo la vicenda che ha visto protagonista direttamente il bimbo. “Scrivo pubblicamente la nostra assurda vicenda vissuta in questi giorni, tra inadempienze, ritardi e disorganizzazione, ancora in ansia ed in attesa dell’esito di un tampone che non arrivava mai … 5 giorni per avere un referto!”.
La persona che scrive è padre di un bambino di 8 anni, “per il quale – si legge nella lettera – è stata attivata la procedura di accertamento diagnostico per sospetto caso Covid 19, in seguito ad uno stato febbrile, disturbi gastrointestinali persistenti e dolori muscolari dalla sera di venerdì 4 settembre. Nei giorni precedenti nostro figlio aveva iniziato a frequentare dei corsi di recupero nella sua scuola. La mattina di lunedì 7 settembre la pediatra contattata telefonicamente segnala alla Usl Umbria 1 un accertamento diagnostico per sospetto caso Covid di nostro figlio e ci informa di tenerlo in isolamento a casa. Informiamo immediatamente l’istituto scolastico che provvede alla sospensione precauzionale dell’attività didattica della classe di nostro figlio attivando la DAD (didattica a distanza) fino a successiva comunicazione”.
“Nel pomeriggio di lunedì 7 settembre, in mancanza di comunicazioni, proviamo a contattare il numero verde regionale 800 63 63 63 per l’emergenza Covid dal quale non otteniamo alcuna informazione al riguardo della richiesta del test diagnostico. Ci vengono solamente forniti dei recapiti telefonici del distretto Usl territoriale da contattare. Dopo una serie di tentativi senza risposta – continua la lettera – riusciamo a metterci in contatto con il Dipartimento di Prevenzione, il referente ci informa che la richiesta di nostro figlio non risulta nel sistema! Solamente in serata veniamo contattati nuovamente dal dipartimento di prevenzione il quale ci informa che la richiesta di test diagnostico per sospetto caso covid è attiva, confermando l’isolamento domiciliare per nostro figlio, ma senza fornire chiarimenti sul comportamento da adottare per noi genitori, che precauzionalmente decidiamo di non recarci alle rispettive sedi di lavoro e rimaniamo in isolamento”.
“Facciamo presente che nel frattempo il nostro domicilio è in altro Comune da quello di residenza e che il bambino si trova in isolamento a casa dei nonni insieme a noi genitori e sua sorella di 11 anni. Il referente del dipartimento di prevenzione dispone pertanto di inoltrare la richiesta di accertamento alla Usl Umbria 2, distretto di Foligno per competenza territoriale. Nella mattinata di martedì 8 settembre in assenza di comunicazioni, contattiamo il dipartimento di prevenzione del distretto di Foligno, dopo diversi tentativi senza risposta, ci informano di non avere alcuna richiesta di accertamento riferita al nominativo di nostro figlio. Ricontattiamo nuovamente il distretto di Assisi, abbiamo dovuto insistere con l’interlocutore e fornire noi il contatto telefonico e nominativo della referente del dipartimento di prevenzione di Foligno invitandolo a contattare il suo collega immediatamente per risolvere il problema. Nella giornata di martedì 8 settembre, il sistema sanitario prende nuovamente in carico la richiesta di tampone, nostro figlio è ancora sintomatico”.
“Mercoledì 9 settembre, in assenza di comunicazioni contattiamo il servizio di Sanità Pubblica del distretto di Foligno, ci informano che il tampone non verrà eseguito prima di giovedì 10 settembre per mancanza di personale, veniamo aggrediti verbalmente solamente per aver chiesto una maggiore celerità nell’accertamento diagnostico, essendo coinvolte in questa vicenda un’intera famiglia con persone anziane, i compagni di classe e relative famiglie e personale docente e non docente della scuola, comprensibilmente in ansia per la situazione che si era creata di sospetto caso Covid. Nel pomeriggio di mercoledì 9 settembre, contattati dal centro di salute di Bastia Umbria, riceviamo finalmente un appuntamento per giovedì 10 settembre in modalità drive in per l’accertamento diagnostico. Siamo quindi in attesa dell’esito che speriamo vivamente sia negativo”.
“Denunciamo pubblicamente la disorganizzazione di un sistema di prevenzione ed analisi diagnostica assolutamente inadeguato nelle procedure, nel personale e nella comunicazione alla famiglia, segnaliamo l’assoluta mancanza di tutela e prevenzione che consideriamo di una gravità assoluta anche in vista dell’imminente inizio dell’anno scolastico, segnaliamo inoltre la grave mancanza di assistenza da parte della sanità pubblica nei confronti di una bambino di 8 anni sintomatico, costretto all’isolamento domiciliare senza una diagnosi verso altre patologie, impossibilitato quindi a spostarsi per ulteriori accertamenti specialistici. Ci hanno già informati che anche in caso di negatività, in mancanza di tamponi, non verrà eseguito il secondo test, pertanto il bambino dovrà completare la quarantena di 14 giorni e non potrà iniziare la scuola in presenza”.
“In queste condizioni la scuola non può riaprire, non c’è tutela e alcuna prevenzione per i nostri figli, iniziamo un anno scolastico pieno di incognite e rischi, con un sistema sanitario già in tilt, incapace di gestire l’inevitabile incremento di accertamenti diagnostici con l’inizio della scuole con colpevole ritardo organizzativo di un sistema che non sarà capace di individuare celermente eventuali casi positivi. Questo – conclude la missiva – non è certamente il Paese dove vorrei far crescere i miei figli!”.
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