Grande festa lunedì pomeriggio, alla presenza di don Cesare Provenzi e del sindaco, Stefania Proietti, per i cavalieri della Compagnia del Colle Paradiso a mobilitarsi per l’immagine della statua della Madonna di Fatima nella zona di Porta Perlici, rimossa a luglio perché, dopo sessanta anni, aveva bisogno di restauro “urgente e non procrastinabile”. L’opera, commissionata dalla Nobile Compagnia dei Cavalieri del Colle Paradiso nei primi anni ‘60 dall’allora Gran Maestro Norberto Michettoni, fu eseguita dall’artista assisano Francesco Prosperi. Si tratta di una scultura “in pietra serena” dalle dimensioni di 81,5 cm di altezza, 16 cm. di profondità e 24 cm. di base, posizionata in una nicchia ricavata nella parete.
Dopo oltre mezzo secolo di esposizione alle intemperie, l’attuale Gran Maestro Guerino Merola, con consenso unanime dei componenti tutti della Compagnia, ha deliberato il restauro della statua della Vergine, un intervento che è stato di restauro e conservazione. “L’opera – si legge nella scheda tecnica – si presenta in un avanzato stato di degrado. Essendo di materiale friabile e poroso c’è stato una forte erosione e polverizzazione dovuto all’attacco di depositi e particellato atmosferico. Il dilavamento, a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici, ha provocato la perdita della finitura superficiale”.
Al suo arrivo la statua della Madonna di Fatima si presenta in un pessimo stato di conservazione determinato dalle forme di degrado tipiche delle sculture esposte all’aperto in ambiente urbano: erosione del materiale nelle zone sottoposte a dilavamento, diffusa presenza di patine biologiche. Problematica principale del degrado dell’opera è l’indebolimento del materiale costitutivo, che presenta accentuati fenomeni di decoesione e polverizzazione imputabile all’attacco degli inquinanti atmosferici e alla scarsa qualità del materiale costitutivo. Le operazioni di restauro hanno previsto una fase diagnostica preliminare mirata alla conoscenza del materiale costitutivo e alla identificazione dei fenomeni di degrado.
L’opera è stata spolverata con pennelli morbidi seguita da un delicato lavaggio. E’ stato applicato un trattamento consolidante e un trattamento protettivo idrorepellente che ovvieranno, ma solo in parte, all’estrema debolezza e fragilità del materiale costitutivo. È stato realizzato un basamento in travertino di forma ottagonale dalle dimensioni 30×30 cm. con uno spessore di 5 cm. fissata con una barra metallica filettata per garantirne la stabilità. Il lavoro di restauro è stato condotto dal Prof. Sergio Fusetti, capo restauratore e conservatore della Basilica di San Francesco con la preziosa collaborazione del restauratore Marco Perla.
FOTO © Mauro Berti
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