Non si fermano le prese di posizione sul ‘caso’ dell’intitolazione dei giardini pubblici di Santa Maria degli Angeli a Norma Cossetto, che ha già visto un botta e risposta tra l’Anpi e il senatore Luca Briziarelli. AssisiNews riporta ampi stralci anche della nota del Comitato 10 febbraio.
“Le parole dell’ANPI Valle Umbra Nord – si legge – sono semplicemente vergognose! In particolare quello che fa sorgere un sentimento di netta condanna, è la definizione ingiuriosa che i rappresentanti territoriali dell’ANPI hanno riservato per Norma Cossetto: ‘presunta martire delle foibe’. Questo termine, oltre ad essere offensivo e inqualificabile, è una vera e propria provocazione ai danni della memoria di Norma Cossetto, insignita della Medaglia d’oro al merito civile alla memoria”.
“Ma di questi atteggiamenti, come sezione assisana del Comitato 10 Febbraio, non siamo per nulla stupiti. Già a febbraio di quest’anno una sezione dell’ANPI nel sud Italia, era finita sotto i riflettori giornalistici per l’identica squallida definizione di “presunta martire delle foibe” verso Norma Cossetto. (…) In una città come Assisi, molto attenta agli ideali di pace e fraternità, avere dei rappresentanti di un’associazione che rilasciano tali dichiarazioni, è una pessima pubblicità. (…) Chiediamo a tutte le forze politiche assisane di condannare, senza mezzi termini, queste dichiarazioni. In particolare, chiediamo al Sindaco Stefania Proietti – la quale ha accolto, con nostro grande ringraziamento, la richiesta del Comitato 10 Febbraio di Assisi d’intitolare un parco alla memoria di Norma Cossetto – di prendere le più ampie distanze dalle suddette affermazioni, condannandole senza alcun indugio”.
“Proprio in argomento di rispetto delle donne e denuncia delle violenze sul genere femminile, buffo – secondo il Comitato 10 febbraio – è il tentativo dell’ANPI Valle Umbra Nord di condannare prima tutte le violenze per poi asserire che ‘Norma Cossetto non è il modello che incarna il sacrificio di tantissime donne che ancora oggi sono oggetto di violenza, di discriminazione, di sopraffazione’. Come se una donna rapita, seviziata, stuprata e gettata in una foiba dai partigiani comunisti di Tito, non fosse già esso stesso un modello universale contro qualsiasi violenza e sopruso sulle donne. Si vergogni l’ANPI Valle Umbra Nord di quanto scrive! Ed anche per questo a tutte le forze politiche e alle istituzioni chiediamo la netta condanna unanime!”.
“Queste pessime dichiarazioni”, per il Comitato 10 Febbraio di Assisi, “sono solo una spinta ad avanzare di più e con maggiore forza nel ricordo e nel rispetto dei fratelli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia trucidati dai rossi massacratori jugoslavi, costretti a fuggire dalle loro terre e a subire l’odio dei comunisti italiani – come alla stazione di Bologna nel 1947 – e l’indifferenza per quasi sei decenni dello Stato italiano”.
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