Una messa di Natale 2020 in Basilica a San Francesco con duecento fedeli, tanti ne prevedono le normative per il contenimento della pandemia, quella che fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi, ha celebrato la notte della Vigilia di Natale. “Vedere le strade di Assisi deserte in questo periodo è molto triste – racconta fra Marco al Corriere dell’Umbria – così come vedere le celebrazioni in Basilica svuotate per l’assenza di pellegrini e turisti. Però ci siamo noi frati che continuiamo a garantire la preghiera e saremo presenti anche attraverso i mezzi di comunicazione e il presepe realizzato in videomapping che, certo, sarebbe stato meglio vedere di persona in questa bellissima città”. Una vita in comunità, quella dei frati per questo Natale, che invece sarà preclusa a molti. “Per questo – il messaggio di fra Moroni al corriere dell’Umbria per la messa di Natale 2020 in Basilica – il nostro messaggio che vogliamo mandare ai fedeli è quello che Dio si fa presente e ci tiene compagnia in questo periodo di solitudine”.
Nella sua omelia per la messa di Natale 2020 in Basilica a San Francesco, fra Moroni ha ricordato che “È il momento di aprirci, ce lo chiede la novità del bambino di Betlemme, a un modo nuovo di pensare e di agire perché il Vangelo si compia in noi e nel mondo. L’esperienza storica che stiamo vivendo rappresenta una formidabile occasione di cambiamento delle nostre abitudini. È il momento di fare come dopo il diluvio, quando Noè e i suoi ripresero a popolare la terra, si diedero regole nuove, instaurarono rapporti differenti tra loro e con la terra. È il momento opportuno di attivare processi nuovi, direbbe papa Francesco, di mettere in atto quella fantasia della carità di cui parlava papa Giovanni Paolo, rinnovando il nostro vivere in maniera creativa, nuovamente improntata al messaggio evangelico.
“E così sorge in me il desiderio che il mio canto sia davvero nuovo, che esprima la decisione di non rimanere attaccato alle consuetudini, al “si è sempre fatto così”, di investire tutti i doni ricevuti per convertirmi, finalmente! Che il Bambino di Betlemme, così tanto amato di tenero affetto da san Francesco d’Assisi – l’auspicio finale del Custode – doni a ciascuno di noi il suo stesso sguardo sulla vita, sugli altri, sul mondo; lo sguardo riconoscente e pieno di confidenza nel Padre, pieno di tenerezza verso tutti e ci renda capaci per questo di cantare insieme con lui un canto nuovo”.
Foto: Mauro Berti
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