Le 4 strutture pubbliche A.S.P. di Assisi, Città di Castello, Gualdo Tadino, e Gubbio ed i Sindaci dei rispettivi territori che condividono l’iniziativa, sottoscrivono congiuntamente una nota di sollecito sulla situazione delle case di riposo, “in quanto non è più rinviabile il fornire, da parte della Regione dell’Umbria, concrete risposte sia alle numerose note inviate formalmente alla Regione stessa a partire dal gennaio 2020 che ai vari incontri informali comunque tenutisi”. È nota la situazione dell’Andrea Rossi di Assisi, che da tempo lamenta una gravissima difficoltà economica.
“Il protrarsi dell’emergenza epidemica – scrivono le quattro case di riposo e i sindaci dei quattro comuni – sta accentuando ancor più le già irrisolvibili difficoltà di gestione delle “strutture di ricovero per anziani” pubbliche. Agli annosi problemi di integrazione con l’intero sistema sanitario regionale, alle acrobazie organizzative cui siamo costretti da tempo per il blocco ormai ultradecennale delle tariffe, alle sempre maggiori richieste che ci provengono dagli assistiti e dalle loro famiglie, ma anche dagli Enti di controllo, si sono aggiunti, come ben saprete, gli effetti del Covid-19 che hanno forzatamente stravolto tutto il lavoro messo comunque a punto nel tempo”.
“Oltre al problema tariffe, vanno considerati gli aggravi di bilancio dovuti al COVID-19 conseguenti all’inevitabile aumento delle spese già effettuate e a quelle future, sia sul fronte degli acquisti di materiale e DPI, sia per quanto concerne soprattutto l’aumentata richiesta di ore di servizio dei vari operatori. In particolare, la forte riduzione del tasso di occupazione dei posti letto ha provocato e continua a provocare una drastica riduzione delle entrate, essendo le nostre risorse rappresentate quasi esclusivamente dalle rette di degenza. Inutile ricordare come le residenze protette facciano parte del Sistema Integrato di Interventi e Servizi Sociali e svolgano un ruolo fondamentale sul territorio di appartenenza. Altre regioni d’Italia si sono attivate fin dall’inizio dell’emergenza per dimostrare il loro supporto alle strutture che si stanno prendendo cura della categoria più colpita da questo virus, prevedendo solo quale esempio di quanto fatto, una quota per ogni posto rimasto vuoto in struttura a causa della pandemia e/o un indennizzo dei costi sostenuti per l’emergenza”.
A tal proposito i rappresentanti delle case di riposo, unitamente ai rispettivi sindaci del territorio di appartenenza, firmatari della presente, “chiedono un tempestivo ed urgente tavolo di confronto, nell’interesse di tutti, NON PIU’ RINVIABILE, sui seguenti temi già posti: – revisione delle tariffe; – contributo straordinario emergenza COVID-19 per il quale occorre quanto prima, con urgenza, applicare l’art. 109 del DL 34/2020 e l’art 8 del decreto ristori bis, che garantirebbe alle strutture quasi un “vuoto per pieno” con il pagamento fino al 90% del budget dei posti forzatamente rimasti vuoti. In tal senso – scrivono alla Tesei – ci auguriamo di avere presto un cortese riscontro da parte Sua. La presente nota viene inviata anche agli organi di stampa e sarà estesa anche a tutte le altre “strutture di ricovero per anziani” dell’Umbria, ai fini di una maggiore condivisione collettiva delle problematiche esposte”.
Foto via Unsplash/WJ foto
© Riproduzione riservata