“Il mio programma è Gesù. Niente di più, niente di meno. Come lo è stato per voi finora. Gesù da riproporre con slancio missionario alla nostra società, alle nostre famiglie, ai nostri giovani. Gesù col suo Vangelo, perché il Vangelo sia lievito di fraternità, di cultura autentica, di economia solidale, di una politica posta al servizio del bene comune. Gesù insomma ragione stessa della nostra vita”. Con queste parole mons. Domenico Sorrentino ha salutato oggi pomeriggio la diocesi di Foligno durante la messa di insediamento come nuovo vescovo diocesano.
“Siamo una sola cosa in Gesù, siamo famiglia di Dio – ha detto nell’omelia mons. Sorrentino, secondo Agensir. – C’è tanto bisogno di testimoniare questa unità, mentre il mondo, nonostante l’inter-connessione mediatica, sperimenta tanta dispersione e solitudine, e non solo in regioni in cui imperversano guerra e violenza, ma persino nei rapporti più semplici e quotidiani. Il mio compito porta inscritto il disegno dell’unità. Quello di cui la Chiesa e il mondo hanno fame. Unità che non mortifica le differenze ma moltiplica le risorse, sprigionando nuovi slanci di crescita, di servizio, di testimonianza”.
Commentando il Vangelo appena letto, il nuovo vescovo di Foligno ha affermato che “la riprova di una fede autentica è la carità operosa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze” insieme a tutti “i volti concreti delle mille povertà, lontane e vicine” come i terremotati haitiani o le donne afghane, il povero della porta accanto, che spesso soffre senza che nessuno se ne accorga. Povertà non è solo bisogno di pane, ma anche bisogno di uno sguardo, di un sorriso, di una premura, di un tempo dedicato nella gratuità”. Questo, ha proseguito mons. Sorrentino, “non è il programma della miseria. È piuttosto l’evangelico ‘beati i poveri di spirito’, che ci fa essere figli totalmente abbandonati alle braccia del Padre, e per questo esperti del dono e capaci di dono”. All’inizio della celebrazione mons. Sorrentino, che è anche vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, ha ricevuto il saluto del vescovo amministratore apostolico di Foligno, mons. Gualtiero Sigismondi.
“Ho appreso con estremo piacere la notizia della Sua nomina a Vescovo della diocesi di Foligno, da parte del Santo Padre Papa Francesco, unendola così alla diocesi di Assisi in persona episcopi’ – ha detto il sindaco Stefano Zuccarini – Ho letto con particolare attenzione ed interesse il Suo messaggio: sono assolutamente convinto che la Chiesa di Foligno e quella di Assisi siano legate indissolubilmente dalla ‘figura di Francesco’ che oggi ritrovano così la naturale congiunzione”.
Ha poi proseguito ricordando che “fu infatti un giovanissimo Giovanni di Pietro Bernardone, a scegliere la Nostra Città, nel 1205 per intraprendere tangibilmente il Suo percorso di rinuncia ai beni terreni, abbandonando le uniche cose di cui era rimasto in possesso. Proprio all’ombra del Palazzo Comunale e della Cattedrale di San Feliciano, si spogliò dei suoi panni, per metterli in vendita insieme al suo cavallo, e fare ritorno in Assisi a piedi, coperto solamente di un unico saio. I soldi ricavati, vennero impiegati per il restauro della chiesetta rovinata di San Damiano.
Oggi, in qualche modo, sembra che la storia abbia a ripetersi: giunge da Assisi, sulle sponde del fiume Topino – citato da Dante proprio in riferimento a San Francesco – un Pastore: e c’è una Chiesa da dover ricostruire, quella del nostro Santo Patrono Feliciano, colpita ancora una volta dalle violente ferite del terremoto. E c’è anche una grande Comunità da ‘ricostruire’ a seguito della crisi sanitaria, economica e sociale. Anche a me piace pensare che che oggi, San Francesco e Santa Angela – alla quale venne a rendere omaggio, in un’indimenticabile visita a Foligno, il Papa San Giovanni Paolo II – siano finalmente ricongiunti in una grande Chiesa”.
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