AssisiNews riceve e pubblica una nota del Comitato di via Protomartiri Francescani, relativo alla F.A. Spa e alla nota dei sindacati che chiedevano di tutelare i posti di lavoro.
Il Comitato di via Protomartiri Francescani esprime il suo disaccordo su quanto affermato dai sindacati territoriali Fim Fiom e Uilm. È strano che solo oggi facciano queste comunicazioni che appaiono filo aziendali, non corrispondenti alla realtà e senza alcun obiettivo in riferimento ai rischi sulla salute dei cittadini e dei lavoratori, i quali spesso hanno lamentato invece la scarsa presenza dei sindacati nelle vicende degli ultimi anni riguardanti in particolare retribuzioni non percepite e mancato rispetto di accordi, per cui qualcuno a tutt’oggi è ancora in attesa di ricevere il saldo di quanto spettante.
L’ordinanza del Sindaco del 27 agosto scorso emessa dopo le sollecitazioni della USL, fa seguito a ripetute evidenze negative e ad un peggioramento marcato di emissioni maleodoranti (leggi puzze) emanate nell’ultimo periodo dalle Fonderie, causati da una aumentata produzione, in seguito all’installazione di due nuovi Silos e altri impianti, che hanno aggravato ulteriormente la situazione ambientale. Secondo il Comitato di via Protomartiri Francescani, “Al momento i parziali monitoraggi ARPA, ad oggi pubblicati, non sono così positivi come si vuol rappresentare in quanto, oltre ai più volte superati limiti olfattivi, sono stati in più occasioni superati anche quelli di altre sostanze come i PM10 e i PM2,5 nonché di altri inquinanti. Mantenere poi le emissioni di sostanze inquinanti entro i limiti non rappresenta una garanzia per la salute. I valori che vengono resi noti sono rilevati da una centralina mobile situata a circa 200 m. dai camini di emissione, ma l’industria è ubicata a ridosso delle abitazioni (già esistenti molto prima dell’opificio)”.
Per il comitato di cittadini, “I sindacati hanno con molta superficialità, abbracciato la tesi del ‘va tutto bene’ sostenuta dalla F.A. S.p.A. I cittadini che sulla loro pelle sperimentano giornalmente, anche di notte e di domenica, l’invivibilità in una vasta zona limitrofa all’industria, attendono i risultati degli altri monitoraggi in corso, per poi procedere ad una valutazione analitica ed approfondita mediante professionisti competenti. Con l’occasione si evidenzia che recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato nuove linee guida, abbassando notevolmente i limiti massimi degli inquinanti atmosferici per la tutela della salute umana. Un abbassamento delle soglie che mostra chiaramente come ‘le sostanze inquinanti danneggiano l’organismo umano già a concentrazioni molto ridotte, producendo un impatto rilevante su fasce di popolazione molto più estese di quanto precedentemente ritenuto. Di conseguenza, le politiche volte a ridurre le concentrazioni di inquinanti atmosferici devono subito essere potenziate in maniera significativa’ e, aggiunge il Comitato, non assoggettarsi solo agli utili degli imprenditori!!”.
“In merito poi al numero dei lavoratori coinvolti, il Comitato invita i sindacati, visto che dovrebbero esserne in possesso, ad evitare di indicare numeri fantasiosi, quando la stessa azienda in precedenza ha parlato di numeri decisamente inferiori circa i dipendenti diretti! L’indotto lasciamolo in pace, deve cercare di risollevarsi dalle gravi perdite subite con il Concordato Preventivo ancora in corso e, se qualcuno l‘ha dimenticato, lo stesso Comune di Assisi è tra i principali creditori nel Concordato. Le fonderie oggi non rappresentano una risorsa per il territorio! Ogni posto di lavoro è importante, ma ovviamente viene prima la salute pubblica, dei lavoratori e la tutela ambientale, soprattutto in un territorio a vocazione turistica, tutelato dall’Unesco e preso come esempio mondiale di ecologia sostenibile”.
“Nel 1995 – ricorda il Comitato – emerse fortemente l’esigenza di delocalizzare la fonderia per motivi igienico sanitari (classificata nel 1996 con una delibera di Giunta Comunale come azienda insalubre di prima classe e come tale non autorizzata per legge a restare in zona residenziale), come avvenuto per altre aziende ubicate vicino al centro abitato. Le fonderie all’epoca riuscirono ad ottenere una proroga di 10 anni (termine entro il quale avrebbero comunque dovuto trasferirsi altrove) grazie alla realizzazione di un silos per stoccaggio e rigenero terre. I proprietari, a conferma del tutto, sottoscrissero anche un atto unilaterale d’obbligo e già da allora ricercarono e indentificarono una diversa località. Di anni ne sono trascorsi altri 16, ma sono ancora lì! Durante i primi incontri del 2019 fra azienda, Comune, USL ARPA e Comitato, gli stessi amministratori responsabili aziendali, si dichiararono non contrari alla delocalizzazione, evidenziando però la mancanza di risorse economiche per realizzarla. Ora abbiamo il PNRR e la mozione del Consiglio Regionale, approvata all’unanimità, volta a trovare una soluzione che appare seria, ragionevole, possibile e partita già da molti anni!”.
“L’opportunità del PNRR è unica e irripetibile, non può essere ignorata: è necessario che Azienda, Comune, Regione, predispongano un adeguato progetto e provvedano a richiedere risorse e finanziamenti ovunque si possano chiedere! Anche Voi sindacati – l’appello del Comitato – attivatevi perché si salga su questo treno! Forse non è chiaro che l’alternativa potrebbe essere la chiusura dell’azienda! Perché certamente in un futuro molto prossimo dovrà essere rivista l’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) in ottica restrittiva, nel rispetto delle norme ambientali e delle direttive europee di ultima generazione, alle quali l’azienda dovrà conformarsi, se ci riuscirà”.
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