Arrivano le prime prese di posizione sulla cassa integrazione alla Colussi, che interesserà a rotazione 300 dipendenti. E così, se il Pd di Assisi interpella Regione e Governo, la Lega Assisi chiama il ministero. E anche la Regione interviene, con una nota dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Michele Fioroni. “Gli effetti economici in termini di incrementi del costo dell’energia e delle materie prime derivanti dal conflitto Russia-Ucraina, come noto, stanno interessando parte consistente del sistema produttivo nazionale e regionale. L’Assessorato allo Sviluppo Economico ha attivato interlocuzioni con le associazioni di categoria ed imprese anche del comparto agroalimentare e tra queste con la governance aziendale di Colussi Spa, per acquisire elementi informativi in ordine all’evoluzione della situazione”. “Dai colloqui di quest’ultima, è emerso – dichiara l’assessore – un quadro di attenta valutazione e monitoraggio degli impatti congiunturali derivanti dai rincari delle materie prime sul ciclo produttivo, per cui l’azienda è impegnata nell’attuazione delle conseguenti ordinarie misure di gestione delle attività produttive e di riallineamento del ciclo delle scorte”.
Dal canto suo l’azienda in una nota spiega che “La grave e straordinaria congiuntura internazionale che ha pesantemente colpito l’economia nazionale e il comparto agro-alimentare creatasi a seguito dell’avvio del conflitto tra Russia e Ucraina, sta avendo, inevitabilmente, parziali ripercussioni anche sulle attività del Gruppo Colussi. Lo scorso 31 marzo l’Azienda ha incontrato la rsu e le Organizzazioni sindacali territoriali per illustrare le misure che saranno adottate per fare fronte alla straordinaria congiuntura economica nazionale e internazionale che ci auguriamo sia temporanea”.
In particolare “è stato condiviso un percorso di Cassa integrazione ordinaria che ha l’obiettivo di minimizzare gli effetti legati agli incrementi speculativi dei prezzi delle materie prime e dei costi energetici attraverso un utilizzo moderato dello strumento per consentire uno spegnimento alternato e selettivo di alcune linee di produzione, in base all’approvvigionamento e alla disponibilità di materie prime e di materiali di confezionamento nonché alle mutate richieste del mercato e dei clienti. La cassa integrazione ordinaria coinvolgerà a rotazione ed in modo parziale il personale di stabilimento. L’incontro con le Organizzazioni Sindacali -conclude la nota dell’azienda sulla cassa integrazione alla Colussi -è stata anche l’occasione per rinnovare la centralità del sito di Petrignano nell’ambito della strategia industriale del Gruppo che vede confermare gli importanti investimenti sullo stabilimento e che consentiranno di rinnovare e potenziare completamente 3 delle 6 linee di produzione entro la fine dell’anno 2022”.
A livello locale le note di Pd e Lega. “La situazione che saranno costretti ad affrontare i 300 dipendenti della Colussi di Petrignano per i prossimi mesi necessita di una particolare attenzione da parte delle istituzioni a tutti i livelli”, scrive il Pd Assisi, dopo la notizia della cassa integrazione per 300 dipendenti alla Colussi. Per i dem “Essere costretti ad entrare in un regime di cassa integrazione in questo particolare periodo storico, pensando in primis ai rincari dell’energia, comporterà per le famiglie coinvolte degli enormi sacrifici, sacrifici che molti non arrivano più nemmeno a sopportare”.
“Ci uniamo alla voce dei sindacati – si legge nella nota del Pd Assisi a proposito della cassa integrazione alla Colussi – che chiedono una parità di trattamento a 360° per tutti i lavoratori. È fondamentale non andare e intaccare eccessivamente le famiglie meno abbienti, ma ripartire il peso del sacrificio su tutti i soggetti coinvolti. La scelta della Colussi trova le sue ragioni nelle conseguenze della crisi internazionale e rappresenta una delle molte aziende che purtroppo subiscono e subiranno in maniera molto consistente le conseguenze dello scenario socio-politico che ci ritroviamo a dover affrontare”.
“Come Partito Democratico di Assisi faremo tutto ciò che ci è possibile, a livello politico e nel nostro ruolo nell’amministrazione, per sostenere i lavoratori e l’azienda, che rappresenta un elemento essenziale del nostro territorio e che va sostenuta. Chiediamo a gran voce che ci si muova immediatamente per venire incontro alle esigenze sempre più incombenti delle aziende, dei lavoratori e più in generale delle famiglie, impotenti davanti ai continui aumenti”. “La Regione Umbria – conclude la nota del Pd Assisi – deve fare la propria parte e introdurre il prima possibile delle misure ad hoc per evitare che questa crisi possa travolgere le nostre imprese, molte attive in settori che oggi soffrono particolarmente l’aumento dei costi dell’energia. Così come il Governo. Non possiamo perdere tempo”.
“La Lega seguirà da vicino gli sviluppi della vicenda legata all’avvio della cassa integrazione alla Colussi per i trecento dipendenti di Petrignano di Assisi”. Lo comunicano il Segretario regionale Lega Umbria, Virginio Caparvi e il capogruppo in Consiglio Regionale, Stefano Pastorelli che annunciano la presentazione di una interrogazione parlamentare urgente sul tema. “L’aumento dei costi di produzione dovuto all’impennata del costo dell’energia e delle materie prime scaturito dal conflitto tra Russia e Ucraina, ha colpito duramente il tessuto economico nazionale e in particolare il comparto agroalimentare – spiegano Caparvi e Pastorelli – La fase di crisi ha spinto l’azienda Colussi di Petrignano di Assisi, una delle più importanti imprese alimentari del territorio regionale, a chiedere la cassa integrazione per le prossime tredici settimane a partire dal 4 aprile per i circa 300 lavoratori dello stabilimento.
Al fine di scongiurare gravi ripercussioni sul futuro dell’azienda in termini di competitività sul mercato, produzione e livelli occupazionali – continuano i leghisti – come Lega presenteremo una interrogazione urgente rivolta al Ministero dello sviluppo economico, oltre a richiedere all’assessorato regionale di riferimento l’avvio di una interlocuzione tra Regione Umbria e vertici aziendali”.
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