Da oltre un anno il bar dell’ospedale di Assisi è chiuso e come già accaduto nel 2021 il personale dell’ospedale si sta mobilitando con una nuova raccolta firme per dare un segnale concreto e permettere la riapertura di un servizio importante che, in precedenza gestito da una cooperativa privata, è stato una sorta di servizio pubblico che impiegava peraltro due persone.
Nel 2021 si era mossa anche l’Avis comunale di Assisi, che aveva contattato l’assessore Massimo Paggi facendo presente che la possibile chiusura del bar dell’ospedale di Assisi – determinata, pare, dai bassi incassi della struttura, che ha però subìto nel tempo anche un ridimensionamento dell’orario in una sorta di spirale autodistruttiva – avrebbe significato l’automatica chiusura del centro di raccolta sangue. La raccolta in realtà continua ( al posto del bar solo distributori automatici di bevande e prodotti alimentari), ma le promesse dell’assessore Paggi – “svolgeremo il nostro compito di sensibilizzazione del problema presso i vertici dell’Asl, facendo proprie le istanze di tutti coloro che frequentano, per necessità, i locali dell’ospedale. Consapevoli che si tratta di servizio importante per la cittadinanza ma regolato da rapporti diretti con l’Asl 1, l’amministrazione comunale farà tutto ciò che è possibile per impedire l’interruzione del servizio” – sono rimaste lettera morta.
Il tutto senza dimenticare che al di là delle chiacchiere e di qualche investimento, l’ospedale di Assisi ha anche bisogno di investimenti per personale (medici, infermieri) e di vedere attivati quei servizi dei quali da troppo si parla, m che – anche qui – rimangono lettera morta.
© Riproduzione riservata