Da mesi non segnalava gli ospiti, apparentemente per motivi di difficoltà di connessione, ma non aveva mai avvertito nessuno né tentato di risolvere i suoi problemi e per questo è stato denunciato.
Gli agenti della polizia di Stato del commissariato di Assisi agli ordini del vicequestore aggiunto Francesca Domenica Di Luca sono intervenuti presso un bar della città dove erano state segnalate delle persone che, con i loro schiamazzi a tarda notte, stavano disturbando il riposo degli abitanti della zona. Gli operatori intervenuti, dopo aver invitato i presenti a moderare il tono della voce e ad assumere un atteggiamento più contenuto e rispettoso, hanno notato che nei pressi del bar in questione era situata una struttura ricettiva. Dopo aver effettuato un controllo sul portale “Alloggiati web” per verificare la regolarità della stessa, gli agenti hanno constatato che il titolare dell’attività, nell’ultimo periodo, non aveva trasmesso alcun nominativo degli alloggiati all’Autorità di Pubblica Sicurezza.
Insospettiti, gli agenti hanno contattato il responsabile della struttura apprendendo da quest’ultimo che, a causa delle difficoltà di connessione con il portale, aveva omesso di trasmettere i nominativi degli ospiti negli ultimi mesi. Dopo aver rilevato che l’uomo non si era mai attivato per trovare una soluzione ai suoi problemi di connessione, né aveva mai informato di tali difficoltà gli agenti del Commissariato, i poliziotti lo hanno deferito all’Autorità Giudiziaria per aver violato l’art. 109 del T.U.L.P.S. che prevede l’obbligo per i gestori di esercizi alberghieri e di altre strutture ricettive di comunicare giornalmente all’Autorità di Pubblica Sicurezza l’arrivo delle persone alloggiate, pena l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 206 euro. La comunicazione dei nominativi degli alloggiati alla Questura è necessaria sia ai fini della sicurezza nazionale, per consentire di rintracciare eventuali persone gravate da provvedimenti di rintraccio o latitanti, sia ai fini del rispetto della normativa fiscale per evitare le locazioni in “nero”, che danneggiano la libera concorrenza.
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