Lite in famiglia, interviene la polizia e sequestra armi e munizioni. Succede nell’assisano, dove gli agenti della polizia di Stato del Commissariato di Assisi guidata dal vicequestore Francesca Domenica Di Luca, a seguito di chiamata al numero di emergenza, sono intervenuti presso un’abitazione della città per una lite familiare.
A richiedere l’intervento e l’aiuto della Polizia è stata una donna anziana, preoccupata per il comportamento del nipote, il quale era solito tenere degli atteggiamenti ostili e irrispettosi che avevano fatto venire meno la serenità familiare. Quando gli agenti sono arrivati hanno appurato che la lite era cessata e che non vi erano state aggressioni fisiche.Dopo aver riportato la calma tra le parti, visibilmente agitate, gli operatori hanno identificato il nipote della richiedente, un cittadino italiano di 27 anni già noto alle forze dell’ordine.
Gli accertamenti condotti hanno permesso di ricostruire la vicenda. Il 27enne, infatti, a causa della sua dipendenza da sostanze stupefacenti, aveva cominciato ad assumere atteggiamenti ostili e minacciosi nei confronti dei propri genitori che, esasperati dalla situazione, lo avevano allontanato dalla casa familiare. Il giovane era poi stato ospitato dai nonni che avevano tentato di fargli cambiare stile di vita ma senza successo.
Fatta chiarezza sulla situazione, dopo aver verificato che nessuno dei presenti necessitava di cure mediche, gli operatori hanno effettuato un accertamento sull’eventuale possesso di armi che ha dato esito positivo. È emerso, infatti, che il marito della richiedente era detentore di alcune armi e munizioni, regolarmente detenute, che sono state ritirate in via cautelare ai sensi ex Art. 39 Tulps, che permette al prefetto di vietare la detenzione delle armi, munizioni e materie esplodenti, alle persone ritenute capaci di abusarne.
Al termine dell’intervento, dopo aver informato le parti delle facoltà di legge, gli operatori hanno inserito la lite in famiglia nell’applicativo SCUDO, l’applicativo interforze che consente non solo di archiviare i dati che emergono dai vari interventi ma anche di monitorare in tempo reale le dinamiche dei fenomeni di violenza.
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