Concluso il grande progetto Pompei, un programma straordinario di recupero del sito archeologico che si è articolato in 76 interventi ripartiti in 5 piani e che oggi è indicato dall’Unione Europea quale modello da perseguire nella gestione dei fondi comunitari e nazionali e concreto esempio di produttiva sinergia tra Commissione europea e Governo nazionale. Tra questi interventi anche la “Riapertura della Casa delle nozze d’argento”, che – come riporta un servizio del Tgr dell’Umbria – per il suo restauro ha visto al lavoro uno studio assisano, Marcucci associati. Alla cerimonia di riapertura erano tra l’altro presenti la premier, Giorgia Meloni, e il ministro alla cultura Gennaro Sangiuliano.
Il restauro della Casa delle nozze d’argento, che deve il suo nome alla visita dei reali Umberto I e Margherita di Savoia nel giorno della celebrazione delle loro nozze d’argento del 1893, è costato più di 2 milioni e mezzo di eur. I progettisti come detto sono umbri, dello studio Marcucci associati di Assisi e hanno lavorato grazie ai fondi del Grande Progetto Pompei rinvenienti da un virtuoso meccanismo di riutilizzo dei risparmi di gara. (Continua dopo il video – link diretto)
The House of the Silver Wedding in #pompeii reopens after restoration work 👍 pic.twitter.com/aMIBaFRJnK
— Gabriel Zuchtriegel (@GZuchtriegel) July 18, 2023
L’obiettivo era quello di riportare il sito, anche nei materiali, più vicino possibile alle sue origini. Un progetto di restauro e di consolidamento reso complicato dalla delicatezza e importanza del sito, dalle pessime condizioni in cui versava il monumento. Come spiega lo stesso Marcucci nell’intervista al Tgr Umbria, “siamo stati fortunati di poter stare lì giornate intere da soli, respirare l’aria di questo monumento: abbiamo lavorato in ambienti unici nel loro genere, con un rilievo accurato con laser scanner, creando immagini navigabili e visibili anche da remoto”.
La Casa delle nozze d’argento viene definito uno degli esempi più solenni e maestosi di come doveva apparire la dimora di un membro dell’aristocrazia pompeiana e si caratterizza per le imponenti soluzioni architettoniche, come le altissime colonne corinzie in tufo dell’atrio. Sulla base di alcuni graffiti e di iscrizioni presenti su molti oggetti è stato individuato in Lucius Albucius Celsus l’ultimo proprietario della casa. L’aspetto attuale dell’edificio è databile al 40-30 a.C. quando molti ambienti, soprattutto quelli che affacciavano sull’atrio, vennero restaurati.
Foto in evidenza all’interno del pezzo tratte da Pompeii Sites / Twitter
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