Una giornata di sopralluoghi lunedì 7 agosto 2023 in tutto il territorio comunale per verificare, insieme ai tecnici della Protezione civile nazionale, i danni causati il 23 e il 30 giugno scorsi dal nubifragio e dalla conseguente esondazione del Tescio. La ragione dei sopralluoghi è per una valutazione dei danni in merito alla richiesta di ottenimento dello stato di emergenza nazionale. (Continua dopo il video – link diretto)
Oltre agli esperti arrivati da Roma erano presenti il sindaco Stefania Proietti, il vice sindaco Valter Stoppini, il dirigente Matteo Castigliego e il geometra Franco Siena e per la Regione i tecnici della Protezione civile regionale con la dirigente Stefania Tibaldi. Il “giro” di perlustrazioni è iniziato dal percorso verde dove la furia dell’acqua ha rotto gli argini e ha allargato a dismisura il letto del torrente, demolendo parte della staccionata e rovinando l’area giochi installata da poco. Da lì ci si è trasferiti al parcheggio di San Vittorino dove sono ancora ben visibili gli effetti dell’esondazione con fusti di alberi crollati e prato adiacente completamente invaso dai detriti.
Dal Ponte San Vittorino è lampante la scarsa stabilità degli argini dei due lati del torrente dovuta all’intasamento di fango e alla presenza di numerosissimi alberi nell’alveo del fiume Tescio per tutti i 16 km di corso. Per visionare l’alveo del fiume il sopralluogo è proseguito risalendo il bosco di San Francesco gestito dal Fai dove i danni del maltempo di poco più di un mese fa sono stati ingenti; qui alcuni lavori di ripristino sono stati eseguiti ma molti cammini sono impraticabili e parecchi sono ancora i residui di detriti, alberi e altri rifiuti arrivati da monte. Quasi alla fine del bosco è stato controllato anche un ponte dove le condutture dell’acquedotto che porta acqua ad Assisi capoluogo sono state letteralmente spezzate dalla violenza del maltempo e la società Umbra Acque è intervenuta subito con una soluzione provvisoria per evitare che una popolazione intera restasse senza acqua.
Proseguendo, i tecnici si sono spostati risalendo a monte il corso del fiume verso le aree di montagna dove, all’indomani del nubifragio, erano state riscontrate le maggiori criticità sui versanti del Tescio e dei vari reticoli secondari, in particolare a Pian della Pieve, Sant’Anna, Paradiso, Madonna dei Tre Fossi, fosso e Ponte Marchetto , Porziano, Brigolante e Ponte Grande, Mulino Brunacci e l’intera valle del Tescio. Qui e in altre zone come Santa Maria di Lignano, Madonna dei tre Fossi, Le Case, Costa di Trex, Satriano, Armenzano, San Bartolomeo e Palombara, l’amministrazione comunale ha già provveduto con oltre 120 mila euro del capitolo somma urgenza per sistemare in prima battuta le strade diventate arterie di fango e detriti e garantire le minime condizioni di circolazione e sicurezza. Sempre nel corso dei sopralluoghi sono stati ispezionati i luoghi dove si sono verificati smottamenti, avvallamenti e frane, come lungo la strada Sant’Anna- Paradiso e nei pressi di Costa di Trex. Oltre 100 sono state le segnalazioni pervenute all’ufficio della Protezione civile comunale.
Sempre nel pomeriggio, i tecnici della Protezione civile nazionale, della Regione e questa volta della Provincia di Perugia, insieme al sindaco di Assisi che è anche presidente della Provincia, si sono recati lungo la strada regionale ex statale 444 che collega Assisi a Gualdo Tadino dove un’imponente frana ha invaso la carreggiata costringendo a una mobilità alternativa. “È stato importante recarsi sui luoghi danneggiati dal maltempo di giugno scorso – ha detto il sindaco – perché così è stato possibile per i tecnici della Protezione civile nazionale rendersi conto, toccare con mano, gli effetti del nubifragio che ha scaricato oltre 200mm di pioggia in un tempo molto ristretto provocando l’esondazione del Tescio e danni in tutto il territorio della montagna di Assisi. Con i sopralluoghi sarà possibile quantificare i danni e, auspicando che venga riconosciuto lo stato di emergenza nazionale, per ripristinare il territorio e garantire le condizioni di sicurezza e di vivibilità delle persone che abitano in queste zone e curano un ambiente fragile e di interesse comunitario come la montagna di Assisi ”.
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