Giovedì 9 marzo il Rotary Club di Assisi ha dedicato la prima conviviale tematica del mese al tema La Grande Guerra ad Assisi affidando la relazione alla professoressa Maria Elisabetta Monacchia, docente di materie letterarie nella Scuola Media di Bastia Umbra, laureata a Firenze con votazione di 110/110, ammessa di recente a far parte del sodalizio e in procinto di assumere la carica di Segretario del Club.
L’esposizione sulla Grande Guerra ha permesso all’uditorio di rivivere i momenti cruciali del Primo Conflitto mondiale che, ma anche il ruolo di Assisi. Con una significativa selezione di documenti inediti la professoressa ha riassunto una recente esperienza didattica basata su ricerche presso l’Archivio di Stato in Assisi i cui risultati furono pubblicati con una intera pagina dal quotidiano La Nazione dello scorso 21 febbraio nella rubrica “Cronisti in classe 2017”. Dai documenti sono state ricavate le difficili condizioni della popolazione civile durante la Grande Guerra e lo spirito di sacrificio in favore dei soldati al fronte (molti volontari, ma anche coscritti cinquantenni richiamati per la mobilitazione generale imposta dalle Autorità Militari). Per loro furono requisiti 5679 quintali di carne bovina e molti quadrupedi e veicoli destinati alle esigenze di mobilità delle truppe.
Per compensare la carenza di manodopera maschile durante la Grande Guerra, il Sindaco di Assisi richiese l’assegnazione di prigionieri di guerra dell’esercito austro ungarico che furono impiegati nel rimboschimento delle pendici del Monte Subasio dove oggi ha sede una Foresta Demaniale di grande pregio. Agli agricoltori venne ordinato di intensificare la coltivazione dei noccioli dalla cui carbonizzazione si otteneva il carbone assorbente utilissimo nella difesa dai gas asfissianti. La vocazione di Assisi alla solidarietà è emersa dalla scoperta nell’Archivio privato della Famiglia Fiumi di uno statuto del Patronato Profughi firmato dalla Presidente Maria Rondoni che si prodigò nell’accoglienza degli esuli dal Veneto e dal Friuli Venezia Giulia dopo la disfatta di Caporetto. Da un altro manifesto venivano indicate le modalità per inviare pacchi tramite la Croce Rossa ai prigionieri di guerra italiani; da un altro ancora venivano impegnate le donne nella confezione di indumenti destinati ai soldati al fronte (calze, guanti, polsini, pancere) secondo fogge e misure minuziosamente elencate
Nelle sue conclusioni post conferenza sulla Grande Guerra, il Presidente del Club Pier Giorgio Narducci ha espresso il compiacimento dell’uditorio per questo “service” di alto profilo finalizzato alla conoscenza del territorio, al contatto diretto con i documenti che ha visto nel 2016 un totale di 500 firme di accesso nei registri dell’Archivio di stato, alla piena realizzazione dell’assunto rivolto alle nuove generazioni ma anche a ciascuno di noi : “Riflettere sul passato per vivere meglio il presente”.
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