I tassisti di Assisi tra i più cari d’Italia? Lo dice una classifica dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), che vigila sui servizi non di linea e verifica la corrispondenza dei livelli di offerta del servizio taxi, dei prezzi e della qualità delle prestazioni, per garantire il diritto di mobilità degli utenti, e che ha ‘piazzato’ la città serafica sul podio di quelle più care. Ma per i conducenti di auto bianche, i raffronti sono scorretti, perché classifiche di questo genere “non tengono conto delle specificità di singoli territori e soprattutto del fatto che le tariffe di Terni e Perugia sono vecchie di almeno un decennio”.
Fermo restando le numerose variabili tra supplementi vari (tipo il gelo o lo scatto bandiera, l’importo fisso del servizio presente nella maggior parte delle 141 città prese in esame) nella classifica delle città più care per le corse brevi (una persona con un bagaglio, per circa 5 km) Assisi ha un costo medio per la corsa breve di 13,30 euro: meno di Ferrara (17,60), grosso modo come Roma e Firenze, ma più alto di Milano (12,50) e Napoli (12,20). Perugia invece è tra le città più economiche con 9,20 euro (ma più di tutte Padova con 6,90). Per quanto riguarda invece il segmento delle corse lunghe (dieci km, sosta di 10 minuti) Venezia svetta con 30,20 euro, seguita ancora da Taranto e Novara (entrambe 27,50); Assisi se la gioca con Milano (23,20 euro contro 23,80), mentre Terni costa 21,60 euro e Perugia 15,80.
A farsi portavoce del malumore dei tassisti di Assisi, al Corriere dell’Umbria, è Paolo Bertoldi, portavoce dei circa 30 conducenti di auto bianche assisane: “Detto che le tariffe di Assisi sono più alte perché le uniche tra le città umbre prese in esame aggiornate al 2022 (il tariffario di Terni è vecchio di 10 anni e quello di Perugia addirittura di 15), quindi tenendo conto dei rincari causati dalla guerra in Ucraina e dell’aggiornamento dell’inflazione – spiega Bertoldi – mi chiedo come si possa paragonare Assisi con Milano. I raffronti andrebbero fatti in maniera paritetica, non raffrontando città come Milano in cui un tassista a mezzogiorno ha già fatto venti corse e ad Assisi magari solo una. Il tutto senza tenere conto che Milano ha sei milioni di turisti e due aeroporti di livello intercontinentale, e Assisi ha un milione di presenze l’anno e un aeroporto molto più piccolo. Ma anche in raffronti con l’Umbria – aggiunge – sono scorretti: ogni città ha agevolazioni e supplementi, ad esempio a Perugia fanno delle tariffe fisse per le corse ospedale, cosa che ad Assisi non è stato possibile introdurre; ad Assisi invece si lavora molto con le comitive, molte macchine sono da otto persone e dalla quinta all’ottava persona c’è un supplemento che a Perugia non esiste”.
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