(Flavia Pagliochini) Giovedì sera a Bastia Umbra è andato in scena il consiglio aperto sul centro per rifugiati a Bastia, con la partecipazione del Prefetto di Perugia dott. Armando Gradone e della dott.ssa Silvia Rondoni in rappresentanza dell’Associazione Arci Solidarietà.
“Il sindaco Paola Lungarotti, introducendo l’OdG – si legge in una nota del Comune – ha rinnovato al Prefetto le preoccupazioni già rappresentate a lui e al presidente di Arci Solidarietà dopo essere venuti a conoscenza della prossima apertura del centro per rifugiati locato in una posizione centrale del quartiere Bastiola. “Abbiamo attivato un percorso di osservazione e verifica, rivendicando però anche la nostra vocazione a percorsi di accoglienza, integrazione e inclusione, che sono stati e sono temi portanti del nostro mandato”, le parole della prima cittadina”.
Il Prefetto di Perugia ha illustrato ai presenti gli “impegni improcrastinabili” che le Prefetture di tutta Italia sono tenuti ad assolvere ogni qual volta si richieda di accogliere profughi. Anche la Prefettura di Perugia ha il compito di provvedere in proporzione circa del 2% rispetto alla popolazione residente. Ha sottolineato altresì la difficoltà nel trovare nei Comuni della Provincia di Perugia, esclusi quelli terremotati, disponibilità di strutture pubbliche, proprietà comunali, messe a disposizione dai Comuni stessi. “Il governo ci chiede di accogliere, facendo ognuno la propria parte. Nel 2023 in Umbria sono arrivati 2197 migranti e sin da subito abbiamo chiesto a tutti – al netto degli 11 Comuni del distretto del terremoto o a quei Comuni che hanno limiti oggettivi – di fare la propria parte, con l’obiettivo di aumentare il numero delle città che accolgono e rendere più sostenibile possibile l’accoglienza; e posso dire con soddisfazione che infatti in Umbria non ci sono stati risentimenti significativi”.
Ci sono due modalità per individuare le strutture di accoglienza: su disponibilità del Comune che individua le location idonee o tramite la Prefettura che si supporta di gestori dell’accoglienza che mettono a disposizione proprie strutture. Per Bastia Umbra, la designazione del centro accoglienza è avvenuta con bando al quale ha risposto Arci Solidarietà mettendo a disposizione l’ex Hotel La Villa, in quanto a suo tempo il Comune aveva fatto presente di non avere nel proprio territorio strutture idonee, problema già affrontato durante la pandemia. Ma l’ex vicesindaco e coordinatore di Bastia Popolare Francesco Fratellini ha chiesto spiegazioni proprio su questo punto, perché se “Bastia non è contraria all’accoglienza, fatta però secondo le regole – la premessa – ci sono perplessità visti i trascorsi dell’ex hotel, abbandonati da anni. Ma soprattutto, come si è potuto partecipare al bando, se uno requisiti per partecipare è essere in possesso di locali agibili, cosa che chiaramente non è accaduta nel caso de La Villa, tuttora oggetto di lavori per renderla agibile?”.
Al di là degli interventi durante il Consiglio Comunale che hanno riguardato sia l’idoneità della struttura che i timori per l’arrivo di questi profughi dal punto di vista della convivenza, preso atto che l’ex Hotel La Villa sarà adibito a centro per rifugiati, al di là dei tempi, il sindaco ha chiesto garanzie pubbliche al Prefetto e ad Arci Solidarietà, su chi sarà ospitato, sulla sicurezza, sull’idoneità della struttura. Ha altresì evidenziato il futuro della struttura che, da quanto riferito il Presidente di Arci Solidarietà nell’incontro effettuato in Prefettura il 23 febbraio u.s., dovrebbe riappropriarsi di una funzione ricettiva dopo i due anni di convenzione per l’accoglienza.
Il Prefetto ha assicurato che saranno ospitati massimo 30 profughi tra donne, alcune in stato di gravidanza, e bambini e che la struttura sarà aperta solo dopo le necessarie autorizzazioni in fatto di sicurezza e abitabilità. In realtà Rondoni ha anticipato che “A Bastia
saranno accolte tra le venticinque e le quaranta persone, donne con bambini o in gravidanza e bambini e donne i cui compagni sono in altre prefetture o non ci sono per niente, perché non sono partit”. Su richiesta del sindaco, Rondoni ha confermato che gli ospiti “non si troveranno mai soli, ma sempre, anche di notte, ci sarà con loro personale preparato su questo argomento e formato. Saranno altresì promosse attività di integrazione e di inclusione alle quali già nella seduta consiliare alcune associazioni presenti si sono rese disponibili a collaborare”.
“In maniera univoca – conclude la nota del Comune sul centro per rifugiati – il consiglio comunale aperto ha consentito di dissipare ogni forma di dubbio sul ruolo e sulle responsabilità del Comune nel promuovere l’apertura del centro di accoglienza. Il Comune risponde dal punto di vista del controllo delle autorizzazioni edilizie di una proprietà privata. Bastia Umbra è un Comune che da sempre ha fatto dell’integrazione e dell’inclusione la sua mission, lo farà anche adesso innanzitutto garantendo ai suoi cittadini che saranno messe in atto tutte le azioni necessarie affinché l’ulteriore impegno di accoglienza sia monitorato e supportato, come sempre in coerenza e trasparenza, non strumentalizzando mai, per fini meramente propagandistici, situazioni e condizioni che riguardano la persona e il suo diritto ad essere riconosciuta tale”.
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