Con l’intento di onorare Tullio Cianetti il Rotary Club di Assisi gli dedicherà una riflessione nella giornata di sabato 25 marzo (ore 17,00) in Palazzo Bonacquisti. Si tratta di un convegno coordinato dal Presidente dell’ISUC (Istituto Storico dell’Umbria Contemporanea) Mario Tosti, durante il quale si avrà la testimonianza di due emeriti Past Presidents del Club (Prof. Nicolangelo D’Acunto e Avv. Antonio Bellini) che interverranno unitamente al Prof. Loreto di Nucci dell’Università di Perugia e allo storico locale il Prof. Francesco Santucci che presenterà all’uditorio documenti inediti sul rapporto tra Tullio Cianetti e la Chiesa. All’evento, aperto a tutta la cittadinanza, è rivolto dal Presidente del Club Pier Giorgio Narducci l’invito a partecipare.
Nell’ultima pagina delle sue “Memorie” – spiega in una nota il Rotary – Tullio Cianetti ha affermato, con autentico orgoglio delle umili origini, di “essere il primo contadino che dal giorno dell’unità d’Italia viene chiamato a fare il Ministro”. Era l’anno 1943 quando, nell’Italia sconvolta dal turbine nefasto della II Guerra Mondiale, Tullio Cianetti riceveva l’incarico di guidare il Ministero delle Corporazioni di cui, dal 1939, era stato nominato Sottosegretario di Stato per i meriti acquisiti con una intensa attività sindacale svolta nell’intero arco del Ventennio.
Da Ministro, Tullio Cianetti partecipa al Gran Consiglio del 25 luglio 1943 e per questo verrà imputato nel “Processo di Verona” al termine del quale, per l’appassionata difesa di Arnaldo Fortini (suo grande amico ed autorevole Podestà di Assisi) fu l’unico a vedere mutata la pena capitale in carcerazione. Riuscito a superare indenne il travagliato periodo che seguì il 25 aprile 1945, temendo rappresaglie o vendette postume, preferì la via del volontario esilio, fissando la sua residenza in Mozambico dove rimase, per tornare alla coltivazione della terra da cui proveniva, fino alla morte avvenuta nel 1975. Le sue spoglie mortali furono riportate per suo espresso desiderio in Assisi dove – dopo il rito esequiale in Santa Maria del Vescovado (la chiesa di cui aveva patrocinato, quando era in carica, il più recente e radicale restauro) – tuttora riposano circondate da un immemore oblio, forse non del tutto meritato.
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