(Aggiornamento del 18 agosto alle 19.27) A proposito della news di caporalato Assisi News riceve e pubblica una lettera dagli amministratori e proprietari degli immobili situati in Località Costano di Bastia Umbra, Mencarelli Candido e Francesco, che “intendono esprimere la propria totale estraneità dai fatti recentemente emersi in relazione all’indagine sul caporalato che ha avuto luogo nei primi giorni di agosto, in quanto l’azienda è stata affittata ad altro operatore del settore avicolo da diversi mesi, con regolare contratto registrato. Siamo venuti a conoscenza del fatto che due cittadini indiani clandestini sono stati trovati a lavorare in condizioni lavorative e abitative non idonee e in locali non conformi alla normativa vigente in materia di igiene e senza alcun contratto di lavoro.
Ci teniamo a precisare che, in nessun modo, siamo stati coinvolti o informati preventivamente di tali attività illegali, né abbiamo mai autorizzato o acconsentito all’uti1izzo degli immobili di nostra proprietà per tali fini, condannando fermamente quanto successo. Desideriamo inoltre sottolineare che, qualora dovessero emergere ulteriori dettagli che dimostrino un nostro coinvolgimento diretto o indiretto, prenderemo immediatamente le misure necessarie per chiarire la nostra posizione e per collaborare con le autorità competenti al fine di tutelare la nostra reputazione e quella degli immobili di nostra proprietà. Ci dissociamo fermamente da qualsiasi forma di sfruttamento lavorativo e da ogni pratica che vada contro i diritti umani e la legislazione italiana. Ribadiamo il nostro impegno nel mantenere elevati standard etici e legali in tutte le attività connesse ai nostri beni immobiliari. Restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento e confidiamo nella vostra professionalità nel trattare questo delicato argomento, dandone un’informazione completa nella sua totalità. Dispiaciuti dell’accaduto, vi chiediamo di dare notizia di quanto sopra-esposto, in quanto, l’ambiguità della notizia riportata nei quotidiani di oggi attribuisce per deduzione il reato di caporalato alla nostra famiglia”.
(Articolo originale del 16 agosto) C’è anche un’azienda di Bastia Umbra, peraltro con le violazioni più gravi, tra quelle denunciate – tutti imprenditori agricoli ed allevatori della provincia di Perugia – per caporalato, con l’elevazione di multe per circa 50mila euro.
Nell’ambito della campagna nazionale condotta dall’Arma dei Carabinieri finalizzata al contrasto del fenomeno del caporalato, sono stati effettuati, anche sul territorio della provincia, controlli da parte dall’Arma unitamente a personale dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Perugia, a conclusione dei quali sono emerse plurime e gravi irregolarità alla legislazione vigente.
Le attività ispettive sono state precedute da una attenta analisi di dati presenti nelle banche dati a disposizione dei militari, così da focalizzare l’attenzione su aziende potenzialmente a rischio. Le verifiche hanno portato al deferimento in stato di libertà alle Procure della Repubblica di Perugia e Spoleto complessivamente di sei persone, un 72enne, un 47enne, un 56enne, un 55enne, un 62enne e un 33enne, tutti imprenditori italiani operanti nel settore agricolo e in quello dell’allevamento di aziende ubicate nei territori di Marsciano, Umbertide, Castiglione del Lago e Bastia Umbra: elevate sanzioni amministrative complessive per oltre 50.000 €.
I reati loro contestati vanno dal caporalato fino a violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché alla mancanza di idonei presidi antincendio e DPI. In particolare, le violazioni di maggior gravità sono state riscontrate presso un’azienda con sede operativa nel comune di Bastia Umbra, dedita all’allevamento avicolo, all’interno della quale sono stati trovati due dipendenti di origine indiana privi del permesso di soggiorno per lavoro subordinato in quanto irregolari sul territorio nazionale. Nel corso dell’ispezione è stato accertato che i due lavoravano e vivevano nella ditta da oltre 8 mesi, dormendo in un locale abusivo ricavata all’interno dello spogliatoio che versava in condizioni igieniche particolarmente critiche presentando gravi violazioni alle più basilari norme di sicurezza, come ad esempio la presenza di bombole del gas posizionate all’interno dello stesso ambiente.
Durante il controllo giungeva sul luogo un terzo lavoratore, di origine peruviana, titolare di permesso di soggiorno ma anch’esso risultato assunto in maniera irregolare dai proprietari della società. Il locale adibito ad “abitazione”, adiacente al capannone del pollame, è stato sottoposto a sequestro da parte dei Carabinieri, mentre non si è proceduto alla sospensione dell’attività trattandosi di azienda zootecnica. Elevate ammende per un importo pari a 30.000 €.
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