Sono tre i dentisti indagati per la morte di Gaia Pagliuca, la 23enne deceduta dopo tre giorni di coma in seguito a un malore in uno studio dentistico dell’assisano: a essere iscritti nel registro degli indagati, al momento senza ipotesi di reato, sono tre odontoiatri che avrebbero dovuto estrarre un dente alla giovane. La notizia è riportata dal Messaggero Umbria in edicola questa mattina, 15 ottobre 2024.
La tragedia, come noto, si è verificata giovedì 26 settembre, quando la giovane, mentre era in studio dentistico, ha accusato un malore per motivi da accertare: non era la prima volta che veniva sottoposta ad anestesia, tre settimane prima infatti aveva subito un’operazione analoga. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale stazione e del comando compagnia di Assisi, coordinati dal capitano Vittorio Jervolino, che hanno provveduto a raccogliere elementi sulla morte di Gaia e a informare dell’accaduto l’autorità giudiziaria, che ora come detto ha disposto l’autopsia e aperto un fascicolo. L’autopsia che si è svolta nei giorni scorsi non ha fornito risposte chiare, e l’iscrizione nel registro degli indagati permetterà ai tre professionisti di difendersi e poter fornire la loro versione dei fatti. Le cartelle cliniche sono state sequestrate e ulteriori approfondimenti sono previsti su fiale e farmaco che le è stato iniettato, compreso l’esame tossicologico che ha completato l’autopsia.
Assisi e Bastia e tante altre comunità si sono strette intorno al padre Vincenzo e al fratello Valerio, che hanno perso una giovane solare, appassionata dell’America, legata alla famiglia e agli amici, laureata il 12 luglio scorso allo IED di Roma, l’Istituto Europeo di Design, che amava molto viaggiare e che solo pochi mesi fa aveva festeggiato il suo ventitreesimo compleanno. Proprio la famiglia aveva chiesto la verità, sempre tramite il Messaggero: “Ero in sala d’attesa da un’ora – ha raccontato al Messaggero il padre Vincenzo Pagliuca – quando un’assistente mi viene a chiamare, chiedendomi di andare da lei. Pensavo volesse tenermi la mano, che le fosse venuta paura o che l’estrazione fosse rinviata. Invece l’ho trovata cianotica, il cuore non batteva più e le stavano facendo un massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Non si è più risvegliata. (…) Mia figlia stava bene. E io voglio solo sapere perché è morta”.
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