Manca poco al debutto di UniversoAssisi- a Festival in secret places che, dal 20 al 23 luglio, l’evento con la direzione artistica di Joseph Grima, ideato ed organizzato da Città di Assisi in collaborazione con Fondazione Internazionale Assisi, darà spazio a musica, teatro, danza, poesia, letteratura, filosofia, cinema d’animazione e architettura. Ma proprio uno dei luoghi scelti- il Mortaro Grande, sul Subasio – fa discutere, tanto che due studiosi lanciano un appello: “Il luogo sia off-limits”.
“Non metto in discussione la legittimità dell’evento e non ho nulla contro gli artisti, ma ritengo che con questa scelta si vada alla desacralizzazione del Mortaro”, diceva qualche settimana fa il professor Giuseppe Bambini alla Nazione Umbria. “Da 25 secoli è un luogo sacro – spiega ancora – come testimonia anche la presenza del castelliere, un insediamento protostorico, nella zona. Provo disappunto nel pensare che la splendida area del Mortaro Grande, che crea meraviglia a tutti coloro che la raggiungono, anche i più disincantati, venga utilizzato per concerti che presuppongono trasporto di materiali, magari l’utilizzo di amplificazione. Creando anche un precedente per magari altri concerti. Ho assistito a momenti musicali con strumenti musicali rinascimentali, di certo intonati con il luogo. I concerti che ora si vogliono realizzare non sembrano, e non soltanto a me, in linea con la sacralità del Subasio”.
“Violare il silenzio millenario della nostra montagna – aggiunge il dottor Prospero Calzolari, studioso del Subasio – ‘popolata di forze misteriose vaganti nell’immensità delle verdi distese’, per usare una frase di Gemma Fortini, con dj e musiche sperimentali contemporanee, è tanto bizzarro quanto iconoclasta. È singolare che gli stessi soggetti pronti ad indignarsi, nei western hollywoodiani, e schierarsi dalla parte dei pellerossa, contro le ‘giacche blu’, allorché queste ultime calpestano, profanandoli, i loro territori sacri, non alzino un dito quando si preannunciano ‘performance site-specific’ nei luoghi sacri dei nostri e loro antenati’. Anche se il concetto della divinità dei monti ricorre in modo uniforme da Oriente ad Occidente – aggiunge – il Mortaro Grande fu specificatamente luogo di culto degli antichi Umbri. Pertanto la città di Assisi, con il nome che si ritrova, può e deve fare a meno di simili stravaganze. Spero che ‘qualcuno’, anteriore e `superiore’ a noi, smarriti inquilini del XXI secolo, faccia sentire anche la sua `voce’, tra una nota e l’altra delle «musiche sperimentali contemporanee» e rimpiango che il Mortaro Grande non sia la bocca di un vulcano spento, come ci raccontavano i vecchi quando eravamo bimbi”.
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