Il “Laudario degli Illuminati”, 300 copie circa per la collana “Testi e documenti della Fraternità dei Discilplinati di Santo Stefano”, è pronto. Terzo dei quattro volumi preventivati, è un testo molto importante per la tradizione laudistica centro-italiana. Il prezioso libro è stato presentato sabato mattina mattina, a Palazzo Bernabei, in occasione della seconda seduta del seminario internazionale “Teatro Sacro, pratiche di dialogo tra religione e spettacolo”.
Il Laudario degli Illuminati fa parte dei cataloghi dell’Accademia Properziana del Subasio di Assisi e della Deputazione di Storia Patria; venduto a un prezzo che si aggira intorno ai 50 euro, ha un testo cheè stato curato da Francesco Santucci e Attilio Bartoli Langeli (direttore della collana), che hanno recuperato molto del lavoro di trascrizione della professoressa Terruggia. Tra le tante figure anche Gina Centoni, che ha curato la parte filologica e critica. È stato, poi, ripreso da un Bollettino della Deputazione di qualche anno fa, un lavoro di Mara Nerbano che chiude proprio il Laudario.
«Più che la presentazione ufficiale del Laudario degli Illuminati – precisa Paola Monacchia, Presidente della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria – è la presentazione di un’idea. Oggi, all’interno di questo convegno, ci è sembrato molto coerente parlare tutti insieme proprio dell’idea di pubblicare questo volume nell’ambito della Collana dei Disciplinati di Santo Stefano».
Fatto è che, a Palazzo Bernabei, per il Laudario degli Illuminati è stata la prima vera e propria uscita ufficiale. Questo terzo volume è diviso in due parti. Di tale codice si riproduce la trascrizione operata dalla scomparsa Angela Maria Terruggia, anche in omaggio al suo lungo e operoso impegno di studio, ricordato da Francesco Santucci in un breve profilo biografico. La trascrizione, rivista dai curatori, è corredata dalla riproduzione fotografica delle carte del Laudario, dalla descrizione del manoscritto, curata da Daniele Sini, e dal Glossario, elaborato da Francesco Santucci.
La seconda parte del Laudario degli Illuminati contiene l’esame comparato dei vari manoscritti formanti la “costellazione assisiate”, come la battezzò Franco Mancini, considerata sia sotto l’aspetto della tradizione sia sotto il profilo linguistico. Un saggio, opera di Gina Scentoni, del quale si sentiva la necessità. E questo data l’abbondanza e dispersione dei contributi sortiti nel corso di un intero secolo su questo importante fenomeno letterario e devozionale, che fa perno su Assisi e in particolare sulla Fraternità di Santo Stefano. Conclude i1 volume, come già riportato, la riproposizione di un articolo di Mara Nerbano sul teatro e i Disciplinati di Assisi, già comparso nel «Bollettino della Deputazione di storia patria» del 2006.
Il seminario Teatro Sacro, pratiche di dialogo tra religione e spettacolo, organizzato dall’Accademia Properziana del Subasio in collaborazione con il Comune di Assisi e CariPerugia, si concluderà stamattina, domenica 10 settembre. I lavori cominceranno alle 9,30 e termineranno alle 12,30. In programma anche un annullo filatelico che rappresenta l’Accademia Properziana del Subasio. Dalle 16 alle 19, visita ad “Assisi Segreta”. La sera, poi, lo spettacolo finale all’interno dell’Abbazia di San Pietro con la “Rappresentazione di anima, et di corpo”.
Domenica 10 settembre IV seduta 9,30-12,30 presiede Pier Maurizio Della Porta 9,30-10 Mirella Vallone (Università di Perugia), Performing Religion: la tradizione del sermone nel New England del XVII secolo 10-10,30 Maria Ines Aliverti (Università di Pisa), Jacques Copeau e San Francesco 10,30-11 Jelena Reinhardt (Università di Perugia), “Jedermann” di Hugo von Hofmannsthal al Festival di Salisburgo 11-11,30 coffee break 11,30-12 Federica Rocchi (Università di Perugia) , Dio li perdoni 12-12,30 Alessandro Tinterri (Università di Perugia), Silvio d’Amico: la fede e il teatro 12,30 – 13,00 discussione e saluti 16-19 visita ad Assisi segreta.
Dopo il successo dello spettacolo “I giullari che fecero sorridere Dio”, sabato sera, dopo la presentazione del Laudario degli Illuminati, è stata la vota di ‘Devozione, santi e santonazzi’. In scena, quindi, la devozione popolare nella tradizione orale umbra. Devozione, santi e santonazzi è stato proposto da Sonidumbra, in forma di concerto recitato. Un viaggio nel repertorio orale umbro dove è stato possibile individuare la permanenza di pratiche religiose devozionali e dove è stato possibile riscontrare echi di antiche tradizioni legate alle sacre rappresentazioni e analogie con i movimenti questuanti che diedero origine alle prime laudi.
Il titolo unisce i diversi aspetti della religiosità popolare; la devozione, cioè il sentimento religioso vero che lega ciascuno, seppur nella sua semplicità, a un suo specifico culto, scelto a volte per tradizione familiare o locale, a volte per “affinità” personale; i santi, protagonisti assoluti della devozione popolare, ciascuno con il suo rigoroso ambito di influenza e specificità locale e operativa e i santonazzi, cioè gli impostori, i ciarlatani, coloro che approfittando proprio della semplice devozione popolare, operavano truffe e raggiri ai danni dei devoti.
Il concerto è stato organizzato in ordine cronologico, partendo dal periodo Natalizio per concludersi con il santo del vino, San Martino, in un arco temporale che abbraccia i dodici mesi da dicembre a novembre. L’inizio prende in prestito una tradizione che nel nostro territorio arrivava dalle regioni vicine dell’Abruzzo e Molise: le novene degli zampognari. Seguono due versioni di Pasquarelle legate all’Epifania. Il periodo Pasquale è caratterizzato dalle tradizioni più spettacolari e teatrali dell’intero anno. Il Miserere di Fossato di Vico, cantato dalle voci maschili, si alterna allo Stabat Mater della tradizione di Colfiorito eseguito dalle voci femminili, a rievocare la suggestione della processione del Cristo Morto.
A seguire alcuni canti di passione: Sotto la croce e Chi vo’scorda’ la Santa Passione, dal repertorio di P. Felici, animatore del gruppo L’altra Spoleto, attivo fino alla fine degli anni ’70. Piagne’ piagne’ Maria, straziante racconto del dolore della Madonna di fronte alla passione di Cristo, appartiene al repertorio de La Macina, gruppo di ricerca e riproposta marchigiano ed eseguito dalla sua storica voce, Gastone Pietrucci. Bovi Bovi è invece un brano proposto in due versioni, quella marchigiana e quella spoletina; si tratta del racconto, con immagini particolarmente cruente, della passione di Cristo, e che in entrambe le regioni è testimoniata in funzione di ninna nanna. E poi ancora chiude il periodo pasquale la Passione del fegatello, un brano particolare che narra di un infanticidio operato dalla madre e risolto dal provvidenziale, miracoloso intervento della Madonna.
Il concerto è stato chiuso dalla Storia di Martino Martone, racconto della devozione popolare dedicato a un santo semplice e povero, perfino inventato, che attraverso il vino porta tra agli uomini la concordia; egli giunge alla santità compiendo un atto eroico. Teatro Sacro – Pratiche di dialogo tra religione e spettacolo si concluderà questa sera (domenica 10 settembre). Dopo la terza giornata di convegno seguirà un altro spettacolo, il più atteso ‘Rappresentazione di anima, et di corpo’, alle ore 21, all’interno della chiesa di San Pietro. “Le rappresentazioni – ha detto Pier Maurizio della Porta, il direttore artistico degli spettacoli – rientrano all’interno del convegno del ‘Teatro Sacro, Pratiche di dialogo tra religione e spettacolo’, organizzato dall’accademia Properziana del Subasio che per quest’anno ha deciso di concludere ogni giornata di convegno con una rappresentazione teatrale».
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