Ad Assisi la giunta ha deciso di introdurre la tassa di soggiorno perché “Con il d.l. n. 50 del 24 aprile 2017 l’imposta di soggiorno è stata esclusa dai tributi sottoposti al blocco degli aumenti disposti dalla legge di stabilità 2016 e confermato da quella per il 2017”.Lo spiega Federico Masciolini, che sottolinea “la necessità di ricorrere ad uno strumento in grado di assicurare alla Città risorse importanti per la propria azione amministrativa senza gravare sulle tasche dei cittadini”. Dopo aver stilato una bozza di regolamento – emendabile fino al 15 settembre, come ricorda su Twitter l’assessore Guarducci – la giunta ha organizzato svariati incontri, e alla luce delle prese di posizione degli ultimi giorni, Federisco Masciolini ricorda che “Una Città a vocazione turistica come la nostra non può non avere a disposizione risorse adeguate da investire in politiche di sviluppo, promozione ed accoglienza”.
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“L’introduzione dell’imposta di soggiorno – secondo Federico Masciolini, che definisce la giunta Proietti la prima che ha dato dignità al settore turistico con investimenti consistenti – non fa altro che confermare il rovesciamento di questo paradigma consegnando a chi amministra gli strumenti in grado di consolidare il ruolo di motore turistico che la nostra Città rappresenta per se stessa e per l’intera Regione. Continuo a pensare che se l’imposta fosse stata introdotta da chi qualche anno fa aveva avuto la possibilità di farlo, Assisi non avrebbe perso quella mole di risorse che le avrebbero permesso un corposo investimento in una strategia di lungo periodo volta allo sviluppo ed alla qualità dei propri prodotti. Perchè, ed ecco la seconda questione, proprio la qualità dei nostri prodotti (dei nostri “turismi”) e dei servizi che li compongono, delle modalità con cui vengono comunicati e dell’accoglienza che viene riservata agli ospiti (cittadini temporanei) della nostra Città rappresenta la vera sfida innovativa dei prossimi mesi e dei prossimi anni”.
Il consigliere Pd invita amministratori, imprese, cittadini a non pensare solo in termini di arrivi e presenze, “ma alla loro composizione qualitativa e la conseguente “redditività” per le imprese e per tutta la Città. Ecco perchè – secondo Federico Masciolini – diventa fondamentale l’utilizzo delle risorse che genereranno dall’applicazione dell’imposta. Ed anche in questo caso la strada da percorrere è chiara perchè, a fronte di un’imposta di scopo, l’utilizzo non potrà che riguardare l’intero ciclo delle politiche turistiche pubbliche: occorrerà quindi destinare risorse all’analisi ed in particolare alla realizzazione di un piano di marketing pluriennale che rappresenti lo strumento guida nelle scelte strategiche e nelle conseguenti azioni operative; saranno necessari investimenti nello sviluppo di prodotti turistici “strutturali” e non solo in eventi, così come all’innalzamento del livello qualitativo dei servizi che li compongono (a partire da quelli nel capitale umano pubblico e privato tramite la realizzazione di iniziative formative ad hoc); occorreranno risorse per ripensare modalità e strumenti di comunicazione dei nostri turismi; ci sarà, infine, la necessità di destinare risorse (che per quanto ci riguarda non potranno essere inferiori al 20% del budget complessivamente destinato al settore) alle politiche di accoglienza e quindi a quei servizi, strutture ed infrastrutture fruite anche da tutti i cittadini di Assisi, in maniera tale che l’intera Città possa beneficiare degli investimenti generati da questo nuovo strumento”.
Il consigliere Pd ribadisce “la massima comprensione per le legittime preoccupazioni degli operatori e la massima disponibilità al confronto (…) ma non si può tornare indietro rispetto al passaggio culturale che vi è stato riguardo all’approccio alla politica turistica della Città. Concentriamoci tutti su questo – conclude la nota di Federico Masciolini – ed evitiamo di avventurarci sullo scivoloso terreno (anche per chi li solleva) dei conflitti di interesse personali. Cerchiamo invece di dare ognuno il proprio contributo in base al ruolo che ci è assegnato e lasciamo al tempo una valutazione serena scelte che si faranno e di coloro che sono chiamati (pro tempore) a farle”.
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