Un allestimento semiscenico, essenziale, basato soprattutto sugli effetti di luce e su lievi gesti dei personaggi. Il palco è stato collocato tra le maestose navate e sotto le volte della Basilica Superiore di San Francesco affrescate da Giotto e Cimabue. È la Salomè di Dario Argento presentata in anteprima mondialead Assisi: il maestro del brivido è stato direttore della parte lirico-teatrale delll’opera in un atto per soli, coro e orchestra, scritta padre Giuseppe Magrino su testo liberamente tratto del dramma di Oscar Wilde. L’orchestra è quella dei cameristi del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Domenico Pierini, gli interpreti sono tutti giovani, ma già affermati, artistiumbri come Tullia Mancinelli, David Sotgiu, Monica De Rosa, Mauro Corna, Claudio Rocchi e Daniele Bonacci mentre il maestro Umberto Rinaldi dirigerà la Commedia Harmonica assisana.
“Non vi saranno impianti scenografici e nemmeno costumi, le emozioni che cercheremo di suscitare nel pubblico, in un unico afflato con musica e canto, verranno sollecitate dal modo di recitare, dal leggero muoversi dei cantanti e, in particolare, dall’uso delle luci, che risulterà fondamentale”, spiegava ad “Avvenire” Dario Argento.
Il regista, ospite in città qualche giorno per le prove in Basilica, si è detto entusiasta di aver potuto dirigere l’opera: “Da credente, e devoto di San Francesco, lo ritengo un regalo bellissimo e poi venire qui per me significa tornare alle mie origini perché sono per metà umbro, in quanto mio padre era nato a Perugia”.
Per Laura Musella, “La Salomè di Dario Argento si inserisce perfettamente nel progetto ‘Omaggio all’Umbria’ i cui temi fondanti sono la valorizzazione dei giovani musicisti, la promozione del patrimonio architettonico, artistico e naturalistico della regione e la solidarietà. Ma l’opera affronta anche il tema dei sentimenti cristiani e della spiritualità -precisa Musella- che sono l’espressione del la storia e della cultura dell’Umbria”.
La Salomè di Dario Argento si avvale delle musiche composte da padre Magrino, frate francescano direttore della Cappella Musicale della Basilica Papale di San Francesco. “Cominciai a scrivere l’opera per puro diletto, un paio di pagine soltanto, per poi proseguire con una versione ridotta per pianoforte e percussioni: il lavoro piacque a molti e quindi decisi di completarlo usando un linguaggio musicale moderno, post-wagneriano, con un’impronta alla Mahler, grande spazio all’orchestra e allevoci del coro”. Che ne pensa della regia affidata a Dario Argento? “Ne sono felice anche se all’inizio, sinceramente, ero un po’ sorpreso della scelta e avevo qualche timore – risponde il frate ma quando l’ho visto al lavoro mi sono subito ricreduto: Dario Argento ha una grande sensibilità verso il messaggio cristiano e con la sua incredibile esperienza ha saputo dare la giusta pennellata all’allestimento teatrale valorizzandone il suo contenuto di sacralità”.
Foto © Mauro Berti
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