A metà ottobre 2017 è scomparso Ezio Mancini, storico titolare della Mavitur di Assisi. Riceviamo e pubblichiamo il ricordo di Anna Brufani, sua collaboratrice.
“È un mese che il Dott. Mancini ci ha lasciato.Tante belle cose sono state scritte su di lui e anch’io desidero lasciare qualche pensiero (i ricordi sarebbero infiniti) per dire chi era quest’uomo che molti hanno conosciuto, apprezzato, stimato e cercato. Ho lavorato più di 40 anni con il Dottore e ci legava, oltre al rapporto di lavoro, un legame fatto di stima, rispetto e affetto reciproco. Era una grande persona: gioviale, dinamica, positiva, disponibile, sempre pronta ad ascoltare le vicende umane di chi la vita gli faceva incontrare. I primi cinque anni ho avuto la fortuna di lavorare gomito a gomito con lui e sono gli anni in cui mi ha trasmesso, oltre alle conoscenze pratiche, la sua grande passione per il nostro lavoro.
Accoglienza è la parola che lo caratterizzava e che mi colpì di lui durante il primo colloquio di lavoro. Mi diede appuntamento alla stazione ferroviaria dove attendeva l’arrivo di un treno speciale con 500 pellegrini tedeschi e sul piazzale della stazione erano letteralmente schierati i pulman in attesa. Cominciò a parlare a me, timida 19enne appena diplomata, di turismo, di pellegrini, di gruppi, di treni speciali, di voucher….un mondo a me completamente sconosciuto. I suoi occhi esprimevano la passione per questo lavoro che non gli è mai venuta meno con il trascorrere degli anni. Era innamorato della sua Assisi e ne andava fiero e di questo amore ne aveva fatto la sua professione. Laureato in agraria, era stato premiato dal Presidente della Repubblica, Antonio Segni, per aver scoperto un antibiotico. Aveva poi messo tutto questo in un cassetto per buttarsi letteralmente nel settore del turismo dove ha speso tutta la sua vita. Ezio Mancini aveva lavorato durante tre giubilei (Anno Santo del 1950, del 1975, del 2000) ed aveva ricevuto i ringraziamenti di tre pontefici (Pio XII, Paolo VI e San Giovanni Paolo II) che troneggiavano nell’agenzia e dei quali andava visibilmente orgoglioso. Qualcuno ha scritto “era uno di noi” ed è vero. Il dottore era una persona preparata, intelligente, di grande cuore e buon senso: era fondamentalmente una persona semplice sempre pronta a risolvere qualsiasi problema.
Tutta la professionalità di Ezio Mancini era coniugata con un’attenzione all’altro che non era comune trovare. Ricordo i tanti eventi organizzati negli anni e la sua solerzia nel lasciare mance a destra e manca prima di chiudere la segreteria del convegno ed andarcene. Conosceva il valore del denaro e non lo sprecava e conosceva bene la sua generosità chi durante questi decenni ne ha beneficiato. Questa generosità si esprimeva anche in altre forme. Quando eravamo in Via Frate Elia il Dottor Ezio Mancini era il punto di riferimento di tutta la strada. A qualsiasi richiesta non diceva mai di no: serviva fare fotocopie? Bene. Serviva un contributo per chissà quale manifestazione? D’accordo. Serviva ritrovare un parente lontano emigrato con telefonate intercontinentali o attraverso corrispondenze in lingua? Nessun problema. Quante persone hanno trovato lavoro grazie al dottore: lui ha speso molto del suo tempo per connettere il mondo degli albergatori, in cerca di personale, con chi di quel lavoro aveva bisogno!!!!
Non ha mai smesso di amare profondamente la sua città tanto che, quando negli ultimi tempi i parenti, per i suoi problemi di salute, volevano portarlo più vicino a casa loro, mi ha detto per ben due volte con tono perentorio e nello stesso tempo di preghiera “Voglio morire a San Francesco”, “Voglio morire ad Assisi”.
Spero con queste poche righe di aver tratteggiato il Dott. Ezio Mancini nella sua quotidianità, nel suo essere persona buona come può tranquillamente testimoniare chi, come me, ha avuto la possibilità di stargli accanto. Ringrazio il Signore che ce lo ha donato e conservato in tutti questi anni.
Caro Dottor Mancini le voglio bene e sono sicura che lassù ci rincontreremo e sarò di nuovo la sua amata segretaria”.
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