“Parafrasando il grande giornalista sportivo Mario Ferretti che, commentando l’impresa di Fausto Coppi al Giro d’Italia, aprì la radiocronaca con la celebre frase ‘un uomo solo al comando’, anche noi oggi, osservando la situazione politico/amministrativa del comune di Assisi non possiamo fare a meno di dire: ‘una donna sola al comando’.”. Lo scrive Leonardo Paoletti a proposito delle dimissioni Eugenio Guarducci: per il coordinatore di Forza Italia, “alla luce dei fatti che si succedono ormai da qualche tempo dobbiamo constatare che la sindaca Proietti è peggio di Crono che divorava i suoi figli.
Ha cominciato con il suo fedele ascaro Claudia Travicelli, privata in un battibaleno delle deleghe e costretta al ritiro dopo un amore intenso finito quasi subito a carte quarantotto. Le ragioni di quel defenestramento, a quanto si è avuto modo di capire, furono assai controverse. Qualcuno sostiene che fu lo stesso delfino Guarducci a chiedere la testa dell’assessora, rea di creare ombra al principe del cioccolato.
“Diversa ma altrettanto piena di chiaroscuri è la vicenda dell’assessore Rota. Una superstar dell’architettura – la nota di Paoletti sulle dimissioni Eugenio Guarducci -voluta ad ogni costo dalla nostra sindaca ma che, fino ad oggi, ha brillato più per le sue assenze che per le iniziative intraprese. Lui non è stato ancora divorato dalla sua capa anche perché di fatto è solo una presenza virtuale. Rota non c’è. Non c’è mai stato e forse esiste solo nella fantasia dell’attuale amministrazione di centro sinistra. Alle varie domande (legittime) su di lui la Proietti ha sempre ribadito: ‘Sta lavorando a tutto tondo per approntare soluzioni degne del nome di Assisi e delle sue qualità di architetto geniale’. Ma le soluzioni, le idee, le strategie da mettere in campo non si sono mai viste, e forse mai si vedranno. Fino a che, ne siamo certi, anche a lui toccherà l’onta dell’esonero o dell’abbandono.”
“E veniamo a Guarducci – scrive Paoletti – Il divino Guarducci, l’uomo che avrebbe dovuto essere, grazie alle sue qualità imprenditoriali ed alla sua conclamata storia di grande promotore di eventi, la punta di diamante dell’amministrazione Proietti, quella marcia in più che avrebbe consentito il pieno rilancio della nostra città, assicurando il decollo che merita, ricollocando su un posto di preminenza Assisi all’interno del panorama regionale e, perché no, nazionale. Anche qui, citando il dottor Purgone del malato immaginario: “molta flatulenza, poca consistenza”. Le iniziative di Guarducci non hanno lasciato il segno. Non hanno prodotto quello scatto che tutti auspicavano. Non sono servite quasi a nulla. Anzi, specie nel caso di “tra_me giallo fest Assisi” hanno rivelato una sorta di accanimento terapeutico nei riguardi di una bella idea che certamente meritava un’attenzione maggiore e che è abortita per mancanza di adeguata preparazione. E ha trascinato con se il povero Guarducci verso una fine poco gloriosa.
Degli altri tre assessori non è il caso di parlare. Non esistono e basta. Non sono mai esistiti e, credo, non abbiano nessun potere né politico, né progettuale, né tantomeno decisionale all’interno dell’esecutivo. Soffermiamoci solo per un attimo su quello che ha le deleghe per le politiche giovanili. Dopo due anni di governo vorremmo conoscere una sola iniziativa presa a favore dei nostri giovani. I quali lamentano il più totale abbandono dell’istituzione nei loro confronto e la necessità di fuggire da Assisi per avere opportunità di lavoro o solo semplicemente di svago. Un quadro, insomma, che definire desolante è certamente eufemistico. Un’ultima notazione. Ma siamo sicuri – si chiede Paoletti a proposito delle dimissioni Eugenio Guarducci – che un comune dove c’è solo il sindaco a tentare di governare sia in linea con la legislazione italiana? La quale dice che per amministrare una città è necessario un sindaco corroborato da un altro organo chiamato giunta municipale e da un Consiglio Comunale? Se questo è vero, Assisi può essere definita una città incostituzionale”.
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