Si è appena conclusa la cerimonia, nella Basilica Superiore, con cui la cancelliera tedesca Angela Merkel ad Assisi ha ricevuto la Lampada della Pace di San Francesco. Dopo una visita alla Tomba di San Francesco con il Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, e il presidente della Repubblica della Colombia, Juan Manuel Santos, i tre si sono recati nella Basilica Superiore dove Merkel ha ricevuto il riconoscimento, consegnatole per il suo impegno in favore dei migranti e per la sua visione di una Europa chiamata a camminare unita pur rispettando le differenze dei vari Paesi. “Manca un piano comune europeo che sia condiviso – osserva padre Gambetti – soprattutto riguardo al futuro dei giovani che molto spesso sono disorientati”.
“Mi commuove e mi rallegra molto essere ad Assisi – ha detto la cancelliera – la Basilica è affascinante, stupenda, gli affreschi con la vita del Santo affascinano i credenti da centinaia di anni. Ma non solo solo gli affreschi ad affascinare, affascina il loro contenuto e il messaggio, ossia la vita di San Francesco”, che, secondo Merkel, “ci deve essere di esempio. La lampada ci ricorda che nella vita c’è bisogno di pace ed è un onore accogliere questo simbolo di pace, perché la ricerca di pace e di concicliazione a prescindere dal credo è veramente un compito più nobile della politica. La pace – ha aggiunto Merkel – non è una cosa scontata, l’escalation in Siria e nei paesi vicini ci dimostrano che la via verso la pace e la conciliazione deve essere perseguita con grandi sforzi e pazienza”. Angela Merkel ad Assisi ha citato come esempio il cammino di pace intrapreso dal presidente Santos con le Farc, invitando tutti i presenti “a non abbandonare mai il cammino di ricerca della pace. Grazie per questi suoi ampi meriti, presidente Santos, ricevere da lei la lampada della pace, una copia di quella che si trova nella tomba del Santo che abbiamo visitato, è un onore e un impegno. Francesco è il santo più famoso della chiesa cattolica, che come giovane festeggiò la vita, per poi fare un cambiamento radicale per seguire Cristo. Si è rivolto agli uomini, indipendentemente dalla loro origine. Ha sfatato i tabù della società, abbracciando gli altri”.
Angela Merkel ad Assisi, in un discorso in cui non ha voluto toccare l’attualità politica italiana (“L’Italia è in una fase politica impegnativa”), concentrandosi più sull’Europa e sulle grandi sfide internazionali, ha ricordato come l’Europa sia il continente delle diversità, sottolineando l’importanza dl rispetto dell’altra parte: “Dovremmo essere forti in un momento in cui la globalizzazione fa sembrare le cose uguali. Serve rispetto e lo possiamo raggiungere solo se guardiamo oltre i confini del nostro orticello, ma senza perdere di vista i nostri valori: Romano Prodi, oggi tra noi, ha ricordato una volta l’importanza di dare uno spirito, un’importanza, un significato all’Europa. L’Italia è stato una dei paesi fondatori dell’Ue, per questo da qui bisogna partire per costruire la pace”. La cancelliera ha concluso il suo intervento citando i giovani: “Loro sono il nostro futuro, ci devono dare speranza ma anche noi dobbiamo dargli speranza: la Lampada è un’ispirazione per me e per i tanti che l’hanno già ricevuta, ma lo sarà anche per coloro ai quali racconterò di questa giornata. La metterò sulla mia scrivania, affinché l’esempio di San Francesco possa guidarmi”.
Nel consegnare a lampada di San Francesco alla Cancelliera, Gambetti ha ricordato la Cronaca in cui Giordano Da Giano racconta la prima missione di sessanta frati guidati da Giovanni da Penna in Germania nel 1217, a pochi anni dall’inizio del movimento francescano, quando “non conoscendo la lingua”, rispondendo ja alla domanda se volessero alloggio, vitto o altre cose del genere, vista la “benigna rsposta”, di “rispondere ja a qualsiasi cosa fosse loro richiesta. Per questo accade che, interrogati se fossero eretici e se fossero venuti per contaminare la Germania come avevano pervertito anche la Lombardia, di nuovo risposero ja. Allora alcuni vennero incarcerati e altri spogliati, furtono condotti in giro nudi e fatti spettacolo comico per la folla”. Alla fine i frati, “vedendo che non potevano produrre frutto in Germania”, se ne ritornarono in Italia, reputando la Germania “tanto inumana, che non osavano ritornarvi se non animati dal desiderio di martirio”.
“I frati – ha aggiunto Gambetti parlando ad Angela Merkel ad Assisi – erano andati in Germania spinti dal desiderio di condividere la pace del Signore Gesù e il messaggio evangelico; la gente fondamentalmente è buona e generosa; una cattiva comunicazione, le incomprensioni n genere, provocano la paura del diverso, della contaminazione e quindi le conflittualità. Francesco, pieno di spirito, percorreva strade e varcava confini, incontrava persone e costruiva ponti. I frati tornarono in Germania quattro anni dopo, più preparati, in grado di capire e farsi conoscere: da allora non siamo più usciti da quella terra. Signora Merkel – ha detto ancora Gambetti – la sua presenza qui oggi, nel luogo che custodisce le spoglie mortali e il carisma di Francesco, nella Città della pace e del dialogo, è un attestato di valori he ci accomunani. Il rispetto e la promozione della persona e della sua libertà, lo sforzo per costruire comunità capaci di accogliere e valorizzare le differenze, l’opera per la pace e l’impegno per custodire la casa comune”.
Per il Custode, l’aneddoto narrato da Giordano da Giano è “Molto attuale”, a cominciare “dall’importante movimento dei giovani dell’Erasmus in cammino per le vie d’Europa, che sentono ormai come la loro terra”, tuttavia “abbiamo davanti a noi grandi sfide: la sopravvalutazione del complesso universo economico finanziario, la globalizzazione dei mercati, il grido della terra, la crescente disuguaglianza sociale ed economica, il progressivo indebolimento delle istituzioni democratiche, le epocali migrazioni di popoli e gli spettri della xenofobia”. Per Gambetti, “ci sono domande che dobbiamo rivolgere a noi stessi: dove sta andando l’Europa? Quale visione di Europa condividiamo? Vogliamo ancora un futuro comune? Possiamo immaginare un’Europa unita e plurale che sappia precedere gli accordi economici e finanziari e anche oltrepassarli? La politica è in grado di offrire un indirizzo di senso alle persone e alle comunità oramai disorientate?”.
“Noi – la risposta di padre Gambetti nel corso della visita di Angela Merkel ad Assisi – siamo convinti che le sfide e i problemi debbano catapultarci in un’audace avventura per la costruzione di una nuova Europa e di un mondo nuovo, più fraterno. A partire dalle preghiera, la nostra comunità offre il suo sostegno all’Italia, all’Europa e al mondo, e il suo esempio di integrazione e socializzazione. Oltre settanta frati vivono al Sacro Convento, il più giovane dei novizi ha venti anni, il nostro decano sta per compierne 90. Veniamo da 21 nazioni e viviamo in armonia, sostenendoci e servendoci reciprocamente. Pregi e difetti, debolezze e talenti, vizi e virtù si compongono in una sinfonia in cui risplendono le differenze ed insieme camminiamo verso l’unità. La fraternità è bellissima”.
“La lampada che le consegniamo, signora Angela, è la luce che promana dalla Tomba e dalla testimonianza di Francesco, Fratello di tutti: una luce che trasmette energia vitale e speranza. Riconoscendo il suo impegno per promuovere la pacifica convicenza tra i popoli, nell’offrirLe la Lampada intendiamo consegnarLe anche una benedizione e un compito: lei e il suo Paese, benedetti, oggi avete la possibilità, e perciò, forse, il dovere – questo l’auspicio di Gambetti e dei Francescani – di chiamare a raccolta le forze civili d’Europa, per imprimere un movimento di crescita alla storia del continente e del mondo intero. Convochi lei – l’appello del Custode del Sacro Convento – persone e governi capaci di rinunciare a interessi particolaristici, privilegi e miopi esercizi di sovranità, per offrire ai nostri figli un orizzonte di unità che sappia valorizzare le differenze e perseguire un destino di pace e sviluppo, di cui anche il mondo ha estremo bisogno”.
Nel saluto che avrebbe dovuto pronunciare (preferendo invece parlare a braccio in tedesco e sottolineando l’onore di “riconsegnare” la lampada della pace per darla alla cancelliera tedesca), il presidente, nel corso della visita di Angela Merkel ad Assisi, ha ricordato l’importanza dell’Unione Europea, premiata nel 2012 con un Nobel “per aver contribuito alla pace, alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani in Europa”, principi che devono essere “un antidoto in un mondo in cui spesso si intravedono i fantasmi del nazionalismo, del fondamentalismo, del razzismo, del popolismo e dell’intolleranza. Non se sempre le cause sono più giuste e più umane sono le più popolari, ma sono le uniche per cui vale la pena lottare”, ha ricordato Santos, sottolineando di averlo vissuto “sulla sua pelle”, avendo portato avanti un dialogo per porre fine a mezzo secolo di guerra civile con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, note come FARC. Concludendo il suo discorso per la visita di Angela Merkel ad Assisi, Santos ha espresso l’auspicio di poter essere – come dice San Francesco – “uno strumento di pace, di riconciliazione e di solidarietà, per i nostri popoli e per i popoli di tutto il mondo”.
(Foto Sanfrancesco.org)
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