Grande successo per la visita guidata a Sant’Angelo in Panzo, organizzata dall’AGTU (Associazione guide turistiche dell’Umbria) domenica 13 maggio e che fa parte di un calendario di appuntamenti che mirano alla valorizzazione del territorio e alla sensibilizzazione sul valore della professione di guida turistica in uno specifico territorio. “Come associazione – spiega la presidente Maddalena D’Amico, cicerona dell’iniziativa che ha visto protagonista una delle dimore storiche dell’Umbria – lavoriamo anche per tutelare i nostri clienti e fruitori rispetto all’ abusivismo, purtroppo presente anche nella nostra categoria professionale, e all’estensione indiscriminata della professione su territorio nazionale e europeo.
L’Associazione guide turistiche dell’Umbria, fondata da quasi 40 anni, lavora su più fronti: gestisce e distribuisce i servizi di visita guidata in tutta l’Umbria tramite un centro prenotazioni, promuove il territorio umbro partecipando a tutte le iniziative volte a pubblicizzare la regione, coopera alla valorizzazione del territorio con iniziative gratuite e a pagamento. Sant’Angelo in Panzo è stato il sesto appuntamento del 2018, che – su Assisi – ha già visto una visita guidata all’acquedotto del Sanguinone, il quartiere di Porta Perlici e la fabbrica degli aghi di Assisi. Sempre nel 2018 per la festa della donna le guide hanno organizzato una conferenza con visita guidata al santuario di Santa Chiara da Montefalco e le offerte raccolte sono state devolute in beneficenza al circolo Soroptimist impegnato anche nella tutela delle donne. Per la giornata internazionale della guida è stata organizzata una visita guidata a Palazzo Vitelli alla Cannoniera a Città di Castello e come di consueto i proventi sono stati destinati destinati al restauro di un bene culturale. Ad aprile si è svolta la visita guidata al complesso monumentale di Santa Giuliana e il prossimo evento prevede la visita guidata agli Oratori di Foligno per il prossimo 2 giugno. “La tutela della nostra professione per noi è fondamentale – dice ancora D’Amico – siamo inoltre impegnati da tempo nel richiedere al governo un riordino legislativo della professione ribadendo che, l’abilitazione all’esercizio della professione, è sempre stata circoscritta a un ambito territoriale specifico e auspichiamo che rimanga tale. Estenderla a tutto il territorio italiano, il cui patrimonio è di grandissimo valore qualitativo e quantitativo, svilirebbe la professione e metterebbe a rischio turista o fruitore stesso che, invece, dovrebbe potersi avvalersi di un professionista esperto del territorio”.
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