Il 17 maggio è stata contestualmente eseguita nei comuni di Perugia e Bastia Umbra (PG) un’importante operazione di polizia nel settore delle misure di prevenzione patrimoniali (un maxi sequestro da mezzo milione di euro) a carico di un soggetto (e della sua famiglia) che nel provvedimento il Tribunale, accogliendo interamente il quadro indiziario prospettato dal Questore di Perugia, viene descritto con una vita “contrassegnata dal sistematico ricorso alla perpetrazione di illeciti penali e che lo stesso, salve sporadiche situazioni, non ha mai lavorato e non ha mai percepito redditi leciti”.
Il maxi sequestro, deciso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Perugia, su proposta avanzata dal Questore, ed eseguito da personale della Polizia di Stato appartenente alla Divisione Anticrimine di Perugia e al Commissariato di P.S. di Assisi, unitamente al G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Perugia, riguarda da due unità immobiliari site una a Perugia e l’altra a Bastia Umbra, tre veicoli e un motociclo per un valore complessivo di oltre € 500.000.
Nel provvedimento il Tribunale, accogliendo interamente il quadro indiziario prospettato dal Questore di Perugia, oltre al maxi sequestro si dispone inoltre nei confronti dell’uomo la misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di anni 5 con le prescrizioni di presentazione due volte al giorno all’Autorità di Pubblica Sicurezza e la permanenza presso la propria abitazione dalle 20 di sera alle 7 di mattina. Dall’attività investigativa effettuata, l’uomo è risultato aver vissuto abitualmente, anche in parte, con i proventi dei delitti di cui si è reso protagonista; la sua carriera criminale comprende un periodo di 44 anni, è costellata da 17 condanne definitive riportate dal 1968 e risulta indagato/imputato per altri reati che sono tuttora in corso di definizione. Come detto, stando a Finanza e Polizia “l’intera vita dell’uomo è stata contrassegnata dal sistematico ricorso alla perpetrazione di illeciti penali e che lo stesso, salve sporadiche situazioni, non ha mai lavorato e non ha mai percepito redditi leciti. In particolare, la stabile commissione di delitti contro il patrimonio (furto, ricettazione, appropriazione indebita, truffa, usura e minaccia continuata) ha permesso al proposto di acquisire un ingente patrimonio immobiliare, patrimonio che egli non avrebbe mai potuto conseguire lecitamente. La sua carriera delinquenziale, iniziata quando era ancora minorenne, è proseguita nella maggiore età con una molteplicità di reati e conseguenti condanne irrevocabili. L’ultima condanna del 2005 del Tribunale di Perugia afferma la responsabilità penale del proposto per aver commesso nell’anno 1999 i delitti di usura e minaccia continuate, interamente confermata nel giudizio di secondo grado e definitiva nel 2009, per aver percepito interessi usurari quale corrispettivo di varie prestazioni di denaro in favore di terzi. Pena eseguita mediante affidamento in prova terminato nel 2011. Riacquistata la libertà, il sessantenne non mutava il proprio stile di vita ma anzi negli anni successivi l’indole criminale registrava una decisa impennata con il suo inserimento in ambienti di criminalità organizzata straniera dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti”.
© Riproduzione riservata