Riceviamo e pubblichiamo un nuovo intervento del dottor Mauro Loreti dopo il pezzo scritto il primo luglio, riguardante in sintesi il rapporto della nostra città con i suoi Santi.
“È come se avessi scoperchiato un calderone pieno di risentimento e traboccante di rabbia. Èdoveroso da parte mia – scrive Mauro Loreti – riportare quanto è emerso dal bollore del cuore di tanti. Non sono in realtà cose nuove, come capirete, ma non per questo posso restare indifferente a tanti appunti a voce e per iscritto che mi sono giunti dopo la pubblicazione della mia nota.Il fatto è che c’è divisione in città, non c’è pace! Parlo di una pace secolare, umana, non il genere di Pace che solo Dio può dare (“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” Gv 14, 27), meglio specificarlo visto che ho sentito anche molti religiosi fare confusione su questo punto”.
“Per motivi di marketing – sostiene Mauro Loreti – si trasmette un’immagine di Assisi ad uso e consumo dei turisti che guardano a questa città come ad un’oasi, ma la pace non c’è, e nessuno sembra preoccuparsene. Soprattutto Coloro che vivono ad Assisi non perdono occasione per mostrare diffidenza e a volte vero e proprio livore nei confronti dei Religiosi (frati, suore, preti); dall’altra parte si scrivono documenti pastorali, si inneggia alla vita dei santi, si aprono nuovi luoghi di culto, ma a molti cittadini, probabilmente la maggior parte, non glie ne frega niente di tutto ciò, al di là dei sorrisi di circostanza, e delle partecipazioni, poche in realtà ho veduto con i miei occhi, spesso di facciata, in quanto tutto proviene da persone che sembra abbiano perso credibilità presso il popolo. È l’opportunismo, più che il senso di appartenenza a rifocillare certi rapporti fra i Religiosi e la cittadinanza di Assisi. Il contendere è certo il dio denaro, l’accusa che alcuni definirebbero “populista”, altri “vox populi, vox Dei”, si sente risuonare nei vicoli e nelle piazze, e anche nelle Frazioni: aver monopolizzato Assisi da parte dei Religiosi con case di accoglienza e conventi che sono a detta di molti dei veri e propri alberghi e ristoranti, che farebbero una concorrenza sleale nei confronti di chi fa questo mestiere per mangiare; molti mi dicono che la gente crede in Dio, non crede più nella “Chiesa”, intesa come prelati e religiosi, i quali vivono nell’agiatezza a detrimento della loro missione; dietro ai bei discorsi sull’altare, i Santi sarebbero soltanto un modo per fare soldi da parte loro, non un esempio da imitare”.
“Inoltre – continua la lettera di Mauro Loreti – molti non credono nelle amministrazioni comunali, di qualunque colore, le quali sono accusate di mettere al primo posto le esigenze del clero invece di quelle dei cittadini. In tutto questo, come dicevo l’altra volta, i Santi uomini e donne che sono la condicio sine qua non della nostra Storia sono relegati ad oggetti, come statue morte, e non sono implorati ormai da nessuno sinceramente. Come si può ben capire che parlare di una città di pace, in questa situazione, per lo meno è azzardato, senz’altro non è corretto!! Servirebbe un nuovo tempo, in cui la pace venisse ricercata nella confidenza dei cuori, ritrovando forze e soluzioni di condivisione e di crescita. Si può andare avanti così? È sempre stato così, non si può fare nulla! E’ giusto? Non c’è via d’uscita? Visto che tanti, ho potuto costatare in questi giorni, hanno nel cuore queste cose, ma nessuno ne parla apertamente, provo ad aprire il discorso………. Chissà se qualcuno è interessato alla pace vera, basata sulla giustizia di Dio, e volesse continuare questo articolo…….., chissà se il Vescovo e il Sindaco di questa città ne vogliono parlare……”.
“Ah, dimenticavo – conclude Mauro Loreti – chi sono io, come mi chiede qualcuno attraverso i social, non importa, io sono uno di voi: sono un frate, sono un commerciante, sono una suora, sono un libero professionista, sono un operaio……… a chi potrebbe interessare?! Sono di Cristo e questo basta, aborro la notorietà, Dio è tutto ciò di cui ho bisogno! Ciò che interessa a tutti, invece, è il contenuto del nostro vivere insieme, e la possibilità di guardarci finalmente negli occhi senza finzioni, senza diffidenza, per aprire una nuova epoca storica, quando tutto fosse finalmente così chiaro da poter essere gridato dai tetti”.
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