Il ritorno dell’università ad Assisi continua a non piacere al centrodestra, che mette nero su bianco le sue perplessità. “Dal prossimo primo settembre il corso di laurea in economia del Turismo di Assisi, che dal 1999 era ospitato a Santa Maria Degli Angeli, locali ex Icap, trasloca in Assisi a Palazzo Bernabei, via san Francesco. Ad oggi – e quindi a sole due settimane dall’apertura ufficiale dei corsi – i locali della nuova sede cittadina non sono ancora pronti perché i lavori sono restati indietro”.
Per gli esponenti del centrodestra, il ritorno dell’università ad Assisi non è tutto rose e fiori. “Le sole due aule didattiche sono poste sottoterra, a dire poco scomode, ma soprattutto non adatte allo studio né tantomeno ad attività accademiche e manca persino un’aula informatica. E non solo: ad oggi non risulta attivato nessun servizio agli studenti. Nulla si sa, ad esempio, della mensa, servizio indispensabile, finora sempre garantito con convenzione, né di spazi studio per gli studenti che dovranno trattenersi un’intera giornata per le lezioni. Spazi anch’essi garantiti finora nella sede angelana che ha alle spalle una storia. Infatti, per permettere la permanenza dell’Università nel Comune, la cui sede era l’intero Palazzo Bernabei, reso inagibile dal terremoto, e visto che non c’erano in città edifici che potessero ospitarla, per non farsela scippare da altri comuni umbri che la richiedevano, l’allora sindaco Bartolini e il rettore Calzoni crearono una barriera a difesa di questa preziosa istituzione”.
“Il sindaco (Bartolini, ndr) con coraggio requisì i locali ex Icap di Santa Maria degli Angeli, successivamente acquistati per un miliardo e mezzo di lire. Si trattava di ben 5.300 metri quadrati che, oggi tradotti in euro, sono pari a un costo di 140 euro al metro quadrato, un decimo del valore reale. Essi però andavano adattati, quindi, nel contempo, per consentire lo svolgimento annuale delle lezioni, il rettore con una sensibilità encomiabile, prese in affitto, pagandoli, i locali di alcuni alberghi, tra cui Antonelli. Una successiva convenzione tra Università e Comune permise subito i lavori di ristrutturazione, grazie alla disponibilità dell’Ateneo che pagò anticipatamente per dieci anni l’affitto dei locali al Comune per un miliardo di lire. E subito l’Università di Assisi crebbe tanto da avere fino a milleduecento iscritti, provenienti da ogni regione d’Italia, con vantaggio culturale ed economico per l’intero territorio”.
Il ritorno dell’università ad Assisi è, per il centrodestra, “un viaggio all’indietro. L’iniziativa di sgomberare l’Università dall’attuale sede è della sindaca di Assisi Proietti, non certo del Rettore che, nel corso di una recente visita alla sede angelana, ha espresso meraviglia per la bellezza e adeguatezza dei locali. La realtà è sconcertante: questa amministrazione lascia dei locali adatti per altri non adatti, nei sotterranei, per di più non ancora pronti e, sembra, ancora occupati da alcune associazioni. Più improvvisazione di così! Oggi gli studenti, ridotti a centoventi, non hanno punti di riferimento certi. E che ci faranno dei locali dell’ex Icap? Faranno la fine del teatro Metastasio? Un deserto. La confusione e la sciatteria di questa amministrazione portano solo danni”.
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