A dieci mesi dagli ultimi licenziamenti (60 lavoratori, nel gennaio 2018) la Colussi di Petrignano torna ad assumere. “Ma la vera notizia – è scritto in una nota del Partito Comunista dell’Umbria sulla vicenda – è che si tratta di assunzioni con contratti interinali tramite agenzia. Una modalità che consente all’azienda di mettere i costi a bilancio come costi di servizio.
Secondo la nota del partito, “Il balletto di licenziamenti e riassunzioni della Colussi non coinvolge soltanto i lavoratori umbri. L’azienda dopo aver deciso di ‘delocalizzare’ una delle produzioni dallo stabilimento di Petrignano a quello di Fossano, in Piemonte, ha nuovamente spostato linea in questione a Petrignano. Ci si sarebbe aspettati la riassunzione di lavoratori con esperienza e addestramento adeguati. Al contrario, lo stabilimento Colussi di Petrignano riassume lavoratori con contratto interinale che, vale la pena di sottolinearlo, non vanno a coprire picchi di produzione dovuti alle festività. La Colussi di Petrignano non produce pandori e panettoni, e quindi l’utilizzo di questa modalità di assunzione non ha alcuna giustificazione, se non la ricerca di un profitto”.
“Le motivazioni delle scelte aziendali – secondo il Partito Comunista – sono evidenti. Oltre ai vantaggi economici, la cosiddetta flessibilità consente di disfarsi a piacimento delle maestranze, rese ricattabili dalla precarizzazione. Si tagliano altresì fuori dipendenti sindacalizzati e tutelati, troppo onerosi. Una strategia volta a massimizzare i profitti sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie. Una pratica ingiusta e moralmente inaccettabile, resa legittima dalle leggi approvate da governi di centrodestra e centro sinistra, con la complicità dei sindacati concertativi”.
Secondo il Partito Comunista, “Per contrastare questa deriva, è fondamentale che i lavoratori prendano coscienza del fatto che non sono possibili alleanze con la classe padronale. Solo uniti i lavoratori possono realmente contrastare l’attacco ai loro diritti sferrato dalle aziende con la complicità della politica e dei sindacati”.
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