Arrivano le prime reazioni politiche allo sciopero dei dipendenti Colussi in scena anche oggi. Prima su tutte, Carla Spagnoli, presidente del Movimento per Perugia, che punta il dito contro le assunzioni interinali. “Queste hanno il sapore della ‘beffa’, dopo che 60 lavoratori hanno dovuto lasciare lo stabilimento. Parliamo di decine di maestranze che hanno lavorato una vita in Colussi, acquisendo indubbie capacità ed esperienza!”. Spagnoli lancia “Ancora una volta un appello ad Angelo Colussi, discendente del fondatore e Presidente dell’azienda, che è cresciuto e si è formato a Perugia. Mi affido alla sua serietà e alla sua storia legata al territorio, oltre che ai suoi ricordi, per invitarlo a dialogare con i lavoratori di Petrignano, cuore storico della Colussi, e venire incontro alle loro richieste”.
Il giorno dopo lo sciopero dei dipendenti Colussi, anche Stefano Pastorelli della Lega Nord interviene sul tema. “Gli operai – scrive tra l’altro il segretario comprensoriale dopo aver ricapitolato le ragioni della protesta – hanno già da tempo dimostrato la loro attenzione verso il datore di lavoro rinunciando ad incentivi ed accettando turni di lavoro senza un minimo di programmazione pur di favorire la produzione in un momento assai delicato. Colussi, dopo aver licenziato sessanta persone lo scorso anno, decide quest’anno di ricorrere ad assunzioni interinali a tempo determinato pur non essendo una industria che produce dolci di Natale. Questo atto appare, alla luce di quanto accaduto prima, come una sorta di atto ostile nei confronti delle proprie maestranze. E che dire poi delle linee di produzione: obsolete e spesso guaste e comunque bisognose di una adeguata manutenzione oggi come oggi assolutamente carente?”.
“I lavoratori della Colussi, dopo aver dimostrato il loro attaccamento all’industria, non chiedono la luna. Al contrario – spiega Pastorelli – chiedono di poter ottenere migliori condizioni per poter meglio lavorare e quindi produrre. L’azienda, per tutta risposta, si irrigidisce. La Lega del Comprensorio assisano – conclude il segretario a proposito dello sciopero dei dipendenti Colussi – non rimane insensibile a questa assurda situazione che sta mettendo a rischio molti posti di lavoro (dopo averne già cancellati sessanta) in una realtà già fortemente provata da una lunga crisi economica. I lavoratori della Colussi possono contare sul nostro sostegno. La Colussi è una fabbrica storica di grande valore per il nostro territorio e non merita certo la disattenzione che il management dimostra nei confronti dei suoi operai”.
Nella tarda serata del 22 dicembre, sullo sciopero dei dipendenti Colussi, arriva anche la presa di posizione di A Sinistra.
“Finalmente – scrive l’associazione – gli operai della Colussi riscoprono la lotta di classe comprendendo che non è la fiducia al padrone a migliorare la loro situazione ed il rispetto dei patti, dei diritti e della dignità delle persone/lavoratori, ma sono i rapporti di forza e per questo hanno cominciato a scioperare. Lo sciopero di venerdì 21 e sabato 22 è stato esemplare con una adesione al 100% (tranne alcuni capiturno) nelle due giornate, con 3 turni al giorno di lavoro, con l’utilizzo di uno strumento molto efficace quale lo stop di una ora ad inizio e fine turno che, se pur breve, provoca molti danni all’azienda a cominciare dagli scarti di produzione”.
“Ricordiamo che la scarsa combattività dei lavoratori e la subordinazione delle organizzazioni sindacali alle strategie aziendali aveva portato, quasi un anno fa, a 69 licenziamenti mentre oggi, facendo un debole mea culpa, si cerca di praticare una strada diversa. Bene così se si impara dagli errori e dalla storia.In particolare – ricapitola tra l’altro A Sinistra- i dipendenti contestano la proposta aziendale di dare solo 300 euro di premio produzione invece di 1300, quanto era alcuni 4/5 anni fa, quando si sono sobbarcati le difficoltà dell’impresa facendo sacrifici e contratto di solidarietà. Le 300 euro oltretutto sarebbero raggiunte solo in assenza, quasi totale, di giorni di malattia. Inoltre non accettano il punto che le varie sigle sindacali avevano firmato con turni di 6 giorni e di notte anche per le donne e la turnazione selvaggia con turni di riposo e ferie a totale discrezione dell’azienda. Le richieste dei lavoratori sono sacrosante ed è molto positiva la risposta data ad un’impresa che spende milioni di euro per la pubblicità a squadre di pallavolo ma non mette le risorse economiche per coloro che tengono in vita la fabbrica. L’unico neo – conclude la nota sullo sciopero dei dipendenti Colussi – è che l’accordo firmato un anno fa ha dato forza a Colussi e gli ha permesso di procedere oggi così, ma se i lavoratori che avevano, di fatto, anche respinto con il loro voto l’accordo integrativo a fine maggio e rinnovato la rappresentanza sindacale, RSU, che si era dimessa per fallimento, traggono le giuste conclusioni da questa vicenda, nel dare un ultima chance alle sigle sindacali, avranno voglia di continuare a lottare la loro condizione e relativi diritti e dignità possono sicuramente migliorare”.
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