Assisi in soccorso dei beni culturali di Norcia, un’idea suggestiva ma di difficile realizzazione: mentre il centro della città di San Benedetto è ancora zona rosa nonostante alcuni interventi migliorativi che lo hanno reso transitabile dai mezzi di soccorso, nelle scorse ore i vigili del fuoco hanno recuperato alcune parti del rosone della facciata della basilica di San Benedetto in gran parte crollata nel terremoto. Nella chiesa i vigili del fuoco hanno applicato alle pareti superstiti dei teli che devono proteggere le opere d’arte dal maltempo e alcune opere d’arte, fra cui statue lignee, sono state prelevate dal museo La Castellina e messe al sicuro.
Ma non è detto che Assisi possa ospitare i beni culturali di Norcia: l’idea è stata lanciata nel corso della riunione per fare il punto sul post sisma dai cittadini e anche dall’assessore Eugenio Guarducci, che ha parlato di “Un’idea nel nome della fruibilità di questi beni, che potrebbero essere esposti adeguatamente, evitando così l’ipotesi della mera conservazione in depositi”. “Ci siamo proposti per accogliere i beni culturali di Norcia – spiega il sindaco di Assisi, Stefania Proietti – perché abbiamo spazi adeguati, a cominciare dal Monte Frumentario. Dopo il sisma del 1997 le opere di di Assisi furono accolte altrove e noi, ‘miracolati’ dal sisma, potremmo restituire la solidarietà di allora accogliendo le opere d’arte di Norcia, proprio per esporle. Un modo per far restare accesi i riflettori sulla ricostruzione. La gente potrebbe venire in Assisi per ammirare queste bellezze ed essere vicina concretamente alle popolazioni colpite dal sisma. Le reliquie? Ci sono altri attori che devono esprimersi su questo tema…”.
Ma i vescovi delle due città sono perplessi: “Non ne so nulla – ha detto alla Nazione di sabato 5 novembre 2016 il vescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo – ma a Santo Chiodo c’è un grande magazzino costruito anni fa dalla Regione con un ingente esborso di fondi, fatto apposta per queste operazioni. Ci sono l’antifurto, l’antitario, il sistema di climatizzazione, un laboratorio di conservazione e restauro. Mi pare sia il luogo più sicuro per custodire questi pezzi preziosi che, una volta ritrovato l’ambiente naturale, torneranno tutti da dove sono venuti, nelle chiese di origine”. E anche il vescovo di Assisi Domenico Sorrentino è cauto: “Siamo disponibili a qualsiasi proposta utile e ragionevole per le popolazioni colpite da terremoto, alle quali siamo vicine. Riguardo ai beni culturali potremmo essere utili, ma devono essere gli abitanti di quelle zone a decidere”, spiega il presule assisano sempre alla Nazione. E accogliere le reliquie di San Benedetto? “È un tema delicato. Quanto vale per i beni culturali, vale ancora di più per il patrimonio religioso e sacro: occorre responsabilità e rispetto”.
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