(Stefano Berti) “Il termine politica – dice Wikipedia – viene utilizzato in riferimento all’attività ed alle modalità di governo, o anche nel lessico politico alla cosiddetta attività di opposizione. Può riferirsi a stati, confederazioni ed organizzazioni intergovernative, oppure a entità locali e territoriali più circoscritte, come regioni e comuni: in questi ultimi casi l’azione di governo è detta più propriamente amministrazione locale”.
“Politica” sì, ultimamente ubriaca, a tratti delirante. Sui social, in televisione, nella quotidianità. Politici che prima la pensano in un modo, poi la “cantano” in un altro. Social network impazziti al ritmo di un post al minuto, anzi… al secondo. Articoli giornalistici redatti e poi smentiti (con estrema rapidità). Clima pazzo, causa un settembre ancora “molto caldo”.
Ma soprattutto: tanti politici locali (tanti, tanti), anche ad Assisi e territori limitrofi, con tanta voglia di “fare carriera” pensando “più lontano”. Tanta infatti è la voglia, che da mattina a sera ormai tutti (o quasi) si occupano di fatti e questioni nazionali, importanti, di una grandezza appunto “delirante”. Un delirio sì, che rischia di seccare “l’orticello” di casa, che invece necessiterebbe di essere coltivato. E non sarebbe meglio pensare a cosa coltivarci?
Ad Assisi (un esempio) servirebbe dopo aver quantificato le presenze di festival più o meno di successo, ragionare rapidamente su come riproporsi (se riproporsi), e servirebbe dare con costanza uno sguardo alle piccole-grandi cose che rendono una città lodevole ed ammirata. Quelle piccole-grandi cose per le quali i cittadini si reputerebbero soddisfatti, perché in una realtà locale sono quelle a fare la differenza. Cimiteri, buche, forazze tappate, un traffico in centro storico che fa notizia e poi improvvisamente non la fa più. Parcheggi, sagrati delle chiese discussi, muretti polemizzati e poi subito dimenticati, parchi chiusi, piscine andate, sampietrini e piste ciclabili crepate, luoghi comuni sporcati e deturpati…
Ma la campagna elettorale incombe e straripa, oggi se si ha fra le mani una tastiera, addirittura esonda. Un governo nazionale “su cui ragionare”, questioni bollenti in regione che potrebbero stupire. Ma “quell’orticello?”. Da non dimenticare! Un tram tram destinato a non fermarsi e ad accelerare, con i giornalisti attenti, ancor più attenti, visto che alla fine, e come sempre, poi la colpa è sempre la loro.
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