Il Museo diocesano di San Rufino si conferma un polo aggregativo e culturale di qualità. Se nel 2018 i visitatori erano stati 40.000, a metà anno e con la stagione estiva appena partita il ‘conta-biglietti’ era arrivato 16.100, con buoni risultati ad aprile (5.672 visitatori), maggio (3.431) e giugno (3.307). Numeri che si sono incrementati nel tempo, complice anche la stagione estiva. Bene, nonostante il maltempo che ne ha limitato la fruibilità per buona parte di giugno, anche il campanile di San Rufino. Nei tre mesi estivi del 2018, gli spettatori paganti al campanile erano stati 7.500, undicimila da aprile a ottobre, mese della chiusura. Ad ottobre 2019, il bilancio è di oltre 5.000 visitatori.
A fare il punto sull’attività 2019 del Museo Diocesano di San Rufino è don Cesare Provenzi, parroco del Duomo e priore del Capitolo di San Rufino, insieme al personale del museo diocesano. Tra gli eventi più di successo di questo 2019, i concerti (come quello dell’Ensemble Aubespine, con melodie d’amore di Provenza e di Francia, quello dei Trobadores, un viaggio attraverso il repertorio spagnolo del XIII secolo dedicato al culto mariano, o quello dell’Ensemble Lucidarium). Ci sono state poi iniziative particolari, come la mostra di alcune opere di Norberto o la giornata delle Donne al museo, in occasione dell’otto marzo. Inoltre, l’appuntamento dedicato alla luna con un viaggio tra l’arte e la scienza in occasione del cinquantenario dello sbarco sulla luna.
A fine maggio gli spazi del Museo diocesano di San Rufino hanno ospitato anche il Festival Birba chi legge,per una narrazione itinerante, mentre a giugno, oltre alla presentazione letteraria di un libro di poesie, è stata ripetuta, dopo il successo dello scorso anno, anche la visita notturna al campanile. La struttura, riaperta nel 2017 dopo il restauro e la messa in sicurezza dei 130 gradini e della sommità, anche grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, permette di godere un panorama mozzafiato sulla città serafica. Dopo la messa in sicurezza delle scale e della cella campanaria mediante il montaggio di ringhiere di protezione e successivamente al restauro delle superfici calpestabili, i cittadini, ma anche pellegrini e turisti, hanno o avranno la possibilità di fare quest’esperienza.
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