(AssisiNews continua con la sua sezione buone notizie. Uno spazio dedicato a quelle notizie che magari sono meno d’impatto rispetto ad altre più eclatanti, ma che sono comunque significative, per Assisi o l’Umbria, perché buone e positive. Un piccolo spazio dedicato a quanto di buono – e di bello – ci circonda. Se avete una buona/bella storia da segnalarci, potete scriverci a info@assisinews.it. Oggi dedichiamo uno spazio al restauro della Maestà della via Francesca)
Anche la Maestà della via Francesca è stata “mirabilmente restaurata” da Massimo Cuppoloni, dopo l’atto vandalico di inizio estate che ne aveva infranto la vetrata. Adesso protegge una bellissima Madonna in punto Francescano di Maria Ferroni che raffigura quella rubata qualche anno fa dal Tugurio di Rivotorto, ex voto di un pellegrino Polacco del 1700. “Un piacere per gli occhi, un dignitoso omaggio per la madre di Dio e madre nostra. Oltre l’autore, le iniziative di restauro dell’Edicola in via Ospedale delle Pareti e questa di via della Francesca sono state rese possibili dalla volontà dei custodi della terra su cui sorgono, Feliciano e Renato Elisei, e Federico Mastrangelo, e dalla devozione disinteressata, fra gli altri, di Giorgio Simonelli e Paola Vitaloni”, spiega il dottor Mauro Loreti. Intanto è stato anche organizzato un evento per celebrare il restauro dell’Edicola di via Ospedale delle Pareti. Appuntamento sabato 12 ottobre alle ore 16.00 Santa Messa officiata da padre Massimo, parroco presso l’Abazia di San Pietro di Assisi.
La Maestà della via Francesca sorge in un luogo molto caro a frate Francesco, ad appena 100 metri da un’ansa del Rigo Torto, il piccolo fiume sacro. “Egli – dice Loreti – vi passò spessissimo trovandosi in uno snodo cruciale sotto San Damiano, sulla via cupa di San Petrignano (attuale via Salette) che conduceva diritta sulla pianura presso la seconda Chiesa da lui riparata, dopo San Damiano e prima della Porziuncola; da una parte la via Francesca conduce, inoltre, al Trivio della Francesca e quindi al Tugurio di Rivotorto; dall’altra conduce alla via di Collemancio (attuale via San Rufino d’Arce), dove era il lebbrosario di San Lazzaro, attuale Santa Maria Maddalena. La radice Francescana della Maestà è rilevata dall’iscrizione su marmo apposta sopra il sacello recitante dal Cantico delle Creature la lode al Signore per sora madre terra”.
“Questi luoghi, dove sorgono le Edicole restaurate, sono intrisi di storia e spiritualità, di vita vissuta, di sudore e di fatiche: le costruzione dei due tempietti dedicati alla Madonna risalgono al 1889 quello di via Ospedale delle Pareti, del quale abbiamo già riferito in un precedente intervento, e all’ottobre 1932 quella della via Francesca, ed erano stati innalzati ai crocicchi di strade frequentate da contadini e braccianti per proteggere e confortare la vita e il lavoro di queste semplici e umili persone nei campi, raccogliendone la prece sincera. Ne parliamo volentieri – dice ancora Loreti – sicuri che sia assolutamente necessario che gli uomini tornino a fermarsi davanti a loro, recuperando nella preghiera e nella meditazione il senso più profondo della propria esistenza; ciò è soprattutto auspicabile per i giovani di oggi e di domani. Se essi non troveranno appigli alla loro sete di senso per la propria vita, saranno destinati a perdersi e soccombere sotto le ingannevoli potenze del mondo”.
“In futuro – l’auspicio di Loreti – chiunque potrà organizzare momenti di preghiera presso le Edicole restaurate, interrompendo le abitudini secolari, per ritrovare la dimensione spirituale e salvifica della nostra umanità. Questi momenti potranno essere arricchiti anche dalla gradita partecipazione di altre confessioni religiose: ricordiamo la particolare venerazione che i nostri fratelli e sorelle Musulmani hanno per la Madonna; inoltre, anche i nostri fratelli maggiori Ebrei possono trovare spunti di preghiera nella vita di Maria, esempio di donna ebrea, per la sua irreprensibile adesione alla tradizione del suo popolo e alla scrupolosa osservanza della Torah”.
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