Il blocco totale prosegue e le restrizioni per contrastare l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 continueranno anche dopo che i contagi avranno raggiunto il picco. Lo anticipa il premier, Giuseppe Conte, in un’intervista al Corriere della Sera. Mentre per Repubblica, le scuole rimarranno chiuse fino al 6 maggio, quindi due mesi. (Continua dopo l’immagine).
“Abbiamo evitato il collasso del sistema, le misure restrittive stanno funzionando, ed è ovvio che quando raggiungeremo il picco e il contagio comincerà a decrescere, almeno in percentuale, speriamo fra qualche giorno, non potremo tornare subito alla vita di prima. Al momento non è ragionevole dire di più, ma è chiaro che i provvedimenti che abbiamo preso, sia quello che ha chiuso molto delle attività aziendali e individuali del Paese, sia quello che riguarda la scuola, non potranno che essere prorogati alla scadenza”, dice il premier. (Continua dopo l’immagine).
Sono anzi possibili restrizioni al blocco totale, inclusa una stretta sull’attività sportiva. “Al momento non sono previste altre misure restrittive di largo respiro”, dice il premier, aggiungendo però che “Bisogna usare il buonsenso e agire tutti con la massima consapevolezza, le sanzioni penali per chi trasgredisce ci sono e verranno applicate in modo severo e sono d’accordo con quei sindaci che hanno chiuso anche le ville e i parchi: una cosa è fare attività sportiva, un’altra è trasformare i luoghi pubblici in punti di assembramento, cosa inammissibile. Al momento non sono previste altre misure restrittive di largo respiro, ma se non saranno rispettati i divieti dovremo agire”.
Della possibile proroga alla chiusura delle scuole parla infine Repubblica: il comitato scientifico avrebbe parlato di uno stop di due mesi: il rientro possibile p il 6 maggio, sulla falsariga cinese dove le scuole restano chiuse. Oltre alla conferma del blocco totale, anche l’intenzione di un altro maxi piano di investimenti: “Ci stiamo lavorando giorno e notte nonostante l’emergenza, sarà un’opera di sblocco di investimenti pubblici mai vista prima, per alcune decine di miliardi di euro, basti pensare a quello che hanno al momento bloccato due stazioni appaltanti come Anas e Rfi, non so dire al momento se saranno 50 o 70 o 100 miliardi di euro, ma di sicuro sarà il più grande provvedimento degli ultimi decenni in termini di semplificazione delle procedure e degli investimenti, una cosa che nessuno ha mai realizzato prima e di cui l’Italia ha un bisogno quasi disperato”.
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