“Nonostante avessimo chiesto alla Mignini&Petrini di non proseguire nell’operazione di appaltare il servizio dello sfuso ad una cooperativa, richiedendo un incontro per individuare soluzioni migliori ed in linea con quanto previsto dal Contratto collettivo nazionale, l’azienda ha preferito minimizzare il nostro appello preferendo il silenzio ed incurante – soprattutto – delle difficoltà che le famiglie stanno subendo anche a causa dell’emergenza covid-19”. E’ quanto fa sapere la Segreteria nazionale della Confsal Fesica settore agroalimentare, dopo il recente appello, caduto nel vuolo.
“L’appello aveva come obiettivo – spiega Carlo Ugolini, responsabile nazionale Fesica Confsal – quello di salvaguardare i lavoratori che hanno sempre dimostrato professionalità e flessibilità nei confronti dell’azienda stessa. Tale condotta è inaccettabile, poiché è impensabile scaricare il rischio d’impresa sulle spalle dei lavoratori. Per questo motivo la Rsu e la Confsal Fesica, sentiti i lavoratori, hanno deciso di avviare lo stato di agitazione e proclamare lo sciopero dal lavoro per un’ora al giorno e finché – conclude Carlo Ugolini – l’azienda non farà un passo indietro ricollocando i dipendenti allo sfuso”.
Lo sciopero è scattato ieri, un’ora al giorno, a fine turno, “finché l’azienda non farà un passo indietro e rimetterà i nostro lavoratori allo Sfuso”. La protesta dei lavoratori è scattata perché nell’ultima settimana non hanno avuto le risposte attese da parte dell’azienda rispetto alla contestata esternalizzazione di un pezzo importante di produzione, lo “sfuso” appunto, appaltato ad una cooperativa esterna.
© Riproduzione riservata