In relazione alla presunta esternalizzazione della produzione che ha spinto i sindacati a proclamare lo sciopero, l’azienda Mignini & Petrini, che opera nel settore della produzione di alimenti per animali, ha ritenuto giusto precisare alcuni aspetti. E intanto, “grazie allo sforzo e al sacrificio dei lavoratori della Mignini, che hanno aderito in massa alla protesta, si è tornati al tavolo (virtuale) coordinato da Confindustria Umbria, dove oggi in videoconferenza, si sono confrontate le rappresentanze sindacali e i rappresentanti dell’azienda Mario Mignini e Antonio Mencolini”. Lo sciopero e l’agitazione vengono intanto sospesi.
L’azienda di Petrignano sottolinea che, ciò che viene definito esternalizzazione, in realtà consiste nell’affidamento di operazioni di carico su camion di prodotti sfusi a personale dell’azienda di servizi, la quale già da anni opera nello stabilimento occupandosi dell’attività di carico dei sacchi sui camion. Tale affidamento non comporta alcuna penalizzazione economica dei collaboratori diretti della Mignini & Petrini, né un impoverimento della base occupazionale diretta, generando al contempo opportunità di lavoro tutelato e retribuito assolutamente in linea con quelli di cui gode l’organico in essere.
Le decisioni adottate, conformi sotto il profilo contrattuale e normativo, sono ispirate alla ricerca di efficienza e flessibilità dei processi, all’organizzazione della produzione in un contesto di forte competizione, oggi reso ancor più incerto e difficile dallo stato di emergenza sanitaria. Mignini & Petrini si trova a lavorare in uno scenario la cui evoluzione è imprevedibile e senza confronti con il passato.
L’esigenza è nata anche per effetto delle disposizioni normative relative all’emergenza sanitaria, che hanno determinato un forte incremento dei congedi parentali e permessi ex legge 104/92 e una contrazione della disponibilità di ore di lavoro effettivo, insufficiente a soddisfare il fabbisogno richiesto dall’esecuzione delle attività necessarie. Di fatto, quindi, l’azienda sta oggi lavorando a organico invariato, ma a capacità ridotta. L’azienda è fortemente impegnata per assicurare il rispetto delle norme sanitarie e la sicurezza dei collaboratori, conciliandole con le esigenze operative e di competitività.
Il contesto in cui Mignini & Petrini si trova ad operare è del tutto straordinario e richiede il contributo costruttivo dell’intera comunità aziendale. Non è il momento di forzature, polemiche e atteggiamenti ispirati a rigidità ideologica e difesa di un’immobilità che, nel lungo periodo, penalizzerebbe proprio il sito produttivo di Petrignano, geograficamente lontano dai mercati di riferimento, rendendone le produzioni economicamente non più competitive.
Per quanto riguarda invece i sindacati, “Nella riunione è stato ribadito con forza che il cosiddetto sfuso è un’attività non appaltabile e che come sindacato non rinunciamo a riappropriarci di quei posti di lavoro. Solo assumendo nuovo personale e investendo su formazione e professionalità ci si può garantire una forza lavoro pronta alle sfide future. Abbiamo accolto con favore la disponibilità dell’azienda a discutere di questi percorsi, la stessa azienda finalmente ha ammesso che è necessario mettere mano agli organici e investire sui lavoratori che indossano la divisa della Mignini & Petrini, anche per avere una gestione complessiva dei processi che sempre più caratterizzeranno il futuro prossimo del mondo del lavoro”.
Mignini & Petrini ha giustificato la scelta della cooperativa inserendola in una esigenza contingente, legata all’emergenza Covid-19, e che quindi è destinata a rientrare una volta superata questa fase. “Insomma, basta con gli appalti – scrivono i sindacati – ecco perché riteniamo utile per il proseguo delle relazioni sindacali aggiornare la riunione e intraprendere un percorso condiviso, che punti a discutere in maniera chiara sull’occupazione dello stabilimento, sulle cosiddette risorse umane. Dal nostro canto, come segno di responsabilità e di disponibilità insieme ai lavoratori, attraverso la Rsu, abbiamo deciso di sospendere lo stato di agitazione e lo sciopero di un’ora a fine turno, con l’intento e l’auspicio che ci si riconvochi per dare seguito agli impegni presi. In ultimo cogliamo l’occasione per ringraziare il Prefetto di Perugia per il pronto intervento che ha saputo mettere in campo a fronte di una nostra chiamata in causa”.
Il Segretario nazionale della Confsal Fesica comparto agroalimentare Carlo Ugolini, insieme alla Rsu della Mignini & Petrini, hanno partecipato ad una video conferenza con Confindustria e la dirigenza dell’azienda di Petrignano. “A seguito della presa di posizione dei giorni scorsi della nostra organizzazione sindacale in merito a quanto sostenuto a salvaguardia dei diritti dei lavoratori e del loro posto di lavoro, siamo stati finalmente consultati ed ascoltati. Abbiamo chiarito – afferma Ugolini – un aspetto fondamentale, ovvero che l’affidamento del servizio dello sfuso ad una cooperativa è solamente un’azione temporanea per fronteggiare l’emergenza covid19”.
“A seguito di tale rassicurazione da parte del Dottor Mignini, insieme alla RSU, riteniamo opportuno – in un’ottica di reciproco rispetto e responsabilità – sospendere lo stato di agitazione e lo sciopero di un’ora a fine turno. Sarà nostra cura continuare a monitorare la situazione e verificare che tale situazione straordinaria venga sospesa non appena l’emergenza covid sarà stata ben fronteggiata. Un ringraziamento va al Prefetto di Perugia e il suo Vicario per la massima disponibilità e la prontezza nell’intervenire a seguito della nostra chiamata – conclude il segretario nazionale della Confsal Fesica comparto agroalimentare Carlo Ugolini – in causa”.
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