“Guide turistiche: professionisti regionali dimenticati dalla stessa Regione Umbria che li ha abilitati?”. Se lo chiede il coordinamento Guide Umbria, del quale fanno parte anche alcuni professionisti assisani.
“Dopo l’annuncio espresso dall’assessore regionale al turismo, dottoressa Paola Agabiti Urbani, durante l’incontro del 28 maggio scorso – si legge in una nota – nel passaggio alla fase della concretizzazione, le Guide turistiche scompaiono dai programmi. Come noto l’emergenza coronavirus ha falciato la stagione turistica del 2020 e ha catapultato le guide turistiche nel girone di chi ha visto drammaticamente cancellato il proprio lavoro, situazione che secondo le previsioni delle maggiori istituzioni nazionali, è destinata a prolungarsi almeno fino a metà del prossimo anno”.
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“La Regione Umbria si era impegnata, con una promessa pubblicamente esposta, ad istituire un bonus per le guide turistiche regionali e ad adottare un sistema di voucher finanziati dalla Regione stessa. Ad oggi nessuna notizia, nessuna misura, nessun contributo né attivazione dei voucher. Anche dopo il terremoto del 2016 il settore registrò una crisi drammatica e la precedente amministrazione regionale, in quella occasione, inserì le guide tra i beneficiari del danno indiretto del sisma, consentendo così alla categoria un sostegno economico in un periodo difficile”.
“L’attuale amministrazione regionale – per il coordinamento Guide Umbria – sta sottovalutando la gravità della situazione dei professionisti del turismo. Le Guide Turistiche – anello debole della catena del settore turistico, ma fondamentale biglietto da visita per l’accoglienza e la promozione delle bellezze storico, artistiche, paesaggistiche di un territorio come quello umbro, per sua natura profondamente vocato al turismo culturale – chiedono alla Regione Umbria di essere prese in considerazione, tutelate e sostenute in quanto categoria tra le più colpite dall’emergenza. Auspicano pertanto un sostegno economico, anche come riconoscimento per un ruolo delicato e imprescindibile che svolgono con professionalità e dedizione”.
“A questo proposito si ricorda che la professione è tale solo in seguito ad un duro e complesso esame che, se superato, conferisce l’abilitazione. Da non confondere con improvvisati ciceroni presenti indisturbati nelle nostre città. Anche su questo attendiamo che le istituzioni battano un colpo. Lanciamo, dunque, un allarme. Se si vuole evitare la regressione di tutto il comparto turistico – conclude la nota – le professioni vanno tutelate e sostenute in questa drammatica crisi. Altrimenti l’anno prossimo resteranno solo gli abusivi (che lavorano senza qualifiche e in modo invisibile al fisco) a dare accoglienza (pseudo)culturale ai visitatori dell’Umbria”.
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