L’oratorio di Santa Chiarella gremito: il pubblico rapito dalla storia di due vite al limite, di un amore talmente pervasivo da andare oltre i confini della morte in modi drammatici e crudi. È la storia di Dedo e Jeanne, ovvero di Amedeo Modigliani e della sua compagna, suicida il giorno dopo la scomparsa del genio livornese.
Le voci appassionate di Sara Armentano e di Ginevra Rondoni hanno restituito la lucida follia di Jeanne che ripercorre, un attimo prima di gettarsi nel vuoto dall’appartamento al quinto piano della casa paterna, l’amore breve e intenso con Modì, gli eccessi bohémien del pittore e della sua cerchia di amici, l’affetto paterno per la piccola Jeanne nata dalla loro relazione, la malattia di Amedeo e l’ultimo saluto, che consegna a Jeanne il compito di allevare la piccola che porta il suo stesso nome e il bambino che ha in grembo. Jeanne non regge al dolore, abdicando al ruolo di madre per seguire il suo Dedo.
Un Modigliani istrionico, ma al tempo stesso incredibilmente fragile, reso alla perfezione da Francesco Scilipoti. Sullo sfondo musiche del primo Novecento francese, dall’ambiente colto e raffinato del pianoforte di Eric Satie al fumo dei bistrot, nei quali danzano le note delle musette proposte alla fisarmonica da Federico Gili. Semplice e stupenda la regia di Dedo e Jeanne a cura di Pino Menzolini, che conduce per mano lo spettatore nella Montparnasse dei primi anni ‘Venti del Novecento.
Un’occasione organizzata a quattro mani dal Rotary Club di Assisi e dalla Libreria Zubboli, della quale ricorrono i centocinquant’anni dalla fondazione. Marco Zubboli ha ricevuto un riconoscimento dal Club di
Assisi, nel mese che il Rotary International dedica proprio all’azione professionale, attraverso la quale ogni rotariano è chiamato a mettere la propria professionalità al servizio degli altri.
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