Il consiglio comunale all’unanimità ha approvato un ordine del giorno che impegna il sindaco e la giunta a sostenere la commissione del Senato della Repubblica contro il razzismo e l’antisemitismo istituita su proposta della senatrice Liliana Segre. L’ordine del giorno sulla Commissione Segre è stato firmato da 5 capigruppo, per la precisione Giuseppe Cardinali (Assisi Domani), Federico Masciolini (Pd), Luigi Bastianini (Cristiano Riformisti), Antonio Lunghi (Uniti per Assisi) e Fabrizio Leggio (Movimenti Cinque Stelle) ma alla fine tutti la votazione è stata unanime.
Con tale atto i proponenti impegnano il sindaco e la giunta non solo ad appoggiare il percorso della Commissione Segre sul tema hate-speech con adeguate iniziative d’informazione sui risultati del suo lavoro, ma anche e soprattutto “a coltivare la memoria della lotta contro tutti i totalitarismi, dei crimini compiuti nelle guerre coloniali, delle leggi razziali, della persecuzione degli ebrei e della Shoah, dei massacri delle Foibe e di ogni altro eccidio a danno di innocenti e indifesi, collaborando con le associazioni per la tutela e la valorizzazione della memoria della Resistenza, aiutando la ricerca storica, lo studio della storia contemporanea e l’educazione alla cittadinanza nelle scuole”.
Secondo le indicazioni del consiglio l’esecutivo di Palazzo dei Priori dovrà “creare nuove azioni di sensibilizzazione culturale e civica contro il razzismo, la xenofobia e le discriminazioni di religione, in collaborazione con le diverse comunità di fede ed etniche, anche con lo scopo di promuovere e condividere le regole di cittadinanza”. E dovrà impegnarsi a “sollecitare il Parlamento – perché si completi la legislazione per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza – e le istituzioni preposte all’impegno alla vigilanza preventiva e all’applicazione più rigorosa delle misure previste dalla legislazione vigente”. Infine l’assemblea municipale dà mandato ad aderire alla “Rete dei comuni per la memoria, contro l’odio e il razzismo”.
Tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione intervenuti nel dibattito hanno sottolineato l’importanza dell’atto che va nella direzione di ribadire la vocazione della città di Assisi alla pace e al dialogo. E su tematiche come la lotta contro l’odio e il razzismo, contro le guerre, l’assemblea municipale si ritrova unita e compatta riuscendo a superare divisioni e appartenenze.
La città di Assisi da sempre si mobilita nella lotta contro il razzismo e la xenofobia e per il rispetto dei diritti umani, l’articolo 1 dello Statuto prevede che il Comune di Assisi “…. informa la propria azione politica e amministrativa alla tutela dei diritti fondamentali, nel rispetto dei principi di democrazia, libertà, solidarietà ed uguaglianza…”. Poi dal 2004 la Città è stata insignita dal Presidente della Repubblica della medaglia d’oro al merito civile, con la seguente motivazione: “Con spirito cristiano ed encomiabile virtu’ civile, durante l’ultimo conflitto mondiale, si distinse per particolari iniziative e atti umanitari che evitarono la distruzione di un inestimabile patrimonio artistico e consentirono la salvezza di numerosi perseguitati politici, ebrei, profughi e sfollati, nonchè la cura di migliaia di feriti di ogni nazionalità, ricoverati nelle strutture sanitarie cittadine. Splendido esempio di amore per il prossimo e di solidarietà tra i popoli”.
La storia della medaglia d’oro al merito civile, ripercorsa nel Museo della Memoria Assisi 1943-1944 nella chiesa di Santa Maria Maggiore, l’hanno scritta tante persone, religiosi come il vescovo Giuseppe Placido Nicolini, don Aldo Brunacci, la superiora delle Clarisse di San Quirico suor Giuseppina Biviglia, la superiora delle suore Stimmatine suor Ermella Brandi, il frate minore padre Rufino Niccacci, padre guardiano del convento di San Damiano; padre Michele Todde, frate conventuale del Sacro Convento di Assisi, che nascose gli ebrei nei sotterranei e sul campanile di San Francesco), e laici come i tipografi Luigi e Trento Brizi, che nei pressi di piazza Santa Chiara stamparono centinaia di carte d’identità che permisero di salvare decine di famiglie nascoste nei conventi; l’artista assisano Maceo Angeli e molti altri.
Fondamentale fu la complicità dell’allora podestà Arnaldo Fortini, oltre che del colonnello medico tedesco Valentin Müller e di due ufficiali – il colonnello Paolo Gay e il tenente Antonio Podda.
L’organizzazione clandestina di Assisi era in stretto collegamento con la curia di Firenze, dove il cardinale Elia Dalla Costa, chiese al grande Gino Bartali di venire ad Assisi per prendere i documenti falsi per gli ebrei nascosti nel capoluogo toscano e “Ginettaccio”, fingendo di allenarsi in sella alla sua bicicletta, con la sua fama riuscì a passare i posti di blocco dei tedeschi che non trovarono mai quei documenti falsi nascosti nella canna della sua bicicletta. Il vescovo Nicolini, don Aldo Brunacci, suor Giuseppina Biviglia, suor Ermelita Brandi, padre Rufino Nicacci, Luigi e Trento Brizi e Gino Bartali sono stati nominati “Giusti tra le Nazioni” presso lo Yad Vashem di Gerusalemme.
Il sindaco Stefania Proietti, nelle conclusioni dell’adesione alla Commissione Segre e alla rete dei comuni per la memoria, ha ricordato la Carta di Assisi, il manifesto sulle buone pratiche della comunicazione, a cura di Padre Enzo Fortunato, per contrastare la violenza verbale e scritta siglato nel 2017 da scrittori, teologi, giornalisti. “Come Sindaco esprimo grande apprezzamento – ha detto – per il lavoro fatto dalle forze politiche del consiglio comunale che, seppur nelle diverse sensibilità, hanno saputo trovare unanime unità di intenti sulla promozione di comuni valori di fraternità e pace contro l’odio, l’intolleranza e l’indifferenza. Questo consiglio comunale sa distinguersi con il voto unanime quando è in gioco l’interesse superiore della Città di Assisi, soprattutto sotto l’aspetto etico e morale di cui, come città di San Francesco, sentiamo profondamente la responsabilità.”
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