Il viaggio di Repubblica in quelle che definisce le SalviniLand comincia da Assisi, che, in prima pagina, viene definita con un’iperbole “la città che passa dal Pci alla Lega”. A firmare l’articolo (del quale il titolo forza il pensiero, visto che poi l’autore Sergio Rizzo ricorda che Assisi è sempre stata una mosca bianca nella rossissima Umbria e che il primo sindaco Pci dovette allearsi con la Dc per vincere al primo turno, ma nel quale sono contenute anche vistose imprecisioni) è Sergio Rizzo, ex penna del Corriere della Sera.
Nell’articolo dedicato alle SalviniLand si intervista il sindaco, “Stefania Proietti, 44 anni, ingegnere, ambientalista e cattolica. “Dalla valanga leghista che ha sommerso la città domenica 26 maggio riemerge con un sorriso: ‘Per loro è iniziata la parabola discendente. Quando si arriva a brandire il rosario come fosse una bandiera significa che si stanno perdendo colpi'”, sostiene la prima cittadina. Per onore di cronaca, Rizzo ricorda che “alle Europee di cinque anni fa la Lega ad Assisi, che allora si chiamava ancora Lega Nord con l’aggiunta di “Basta euro” racimolò 324 voti, il 2,61 per cento. Il 26 maggio scorso Matteo Salvini ne ha invece portati a casa 5.934, che fanno il 45,23 per cento. Se di parabola si tratta, è tutt’altro che discendente”.
Nell’articolo di Repubblica sulle nuove SalviniLand si ricorda tra l’altro che non solo Assisi ospita i frati di San Francesco, “amici di Luigi Di Maio e dell’accoglienza”, ma anche che la città è “a due passi dalla Perugia di Gualtiero Bassetti”, più volte critico nei confronti della Lega. Quanto ad Assisi, per Proietti, “La città ha un’anima di conservazione. Tre anni fa votò per il centrodestra, ma poi al ballottaggio scelse un sindaco appoggiato dal centrosinistra. Qui non si sono mai verificati episodi di razzismo. La mia regola è ‘prima gli ultimi’, e si rispetta”. Il quotidiano di Largo Fochetti, nel suo articolo sulla prima SalviniLand fa un ardito paragone tra Arnaldo Fortini: “Salvò trecento ebrei”, spiega la sindaca” (apparentemente, dimenticandosi del contributo che diede tutta la città, nella sua componente civile e religiosa, ndr). E Rizzo poi aggiunge: “Il partito e il regime di cui faceva parte fecero le leggi razziali, ma lui salvava gli ebrei. Tipicamente italiano, come il candidato leghista Stefano Pastorelli che si scaglia contro la sindaca perché ha concesso uno spazio pubblico per il ramadan ai suoi sostenitori musulmani, ma poi si fa fotografare gaudente con i capi della comunità islamica”, in riferimento alle celebri polemiche di qualche anno fa.
E se i frati predicano l’accoglienza, per Repubblica “la città, anziché immigrati, preferisce decisamente accogliere turisti, meglio se ben forniti di denaro. Ogni anno i 28 mila abitanti ne vedono passare sei milioni. Come se a Roma, in proporzione, fosse invasa da 600 milioni di pellegrini. Soldi ne girano tanti, così tanti da aver attirato anche qualche scheggia della `ndrangheta subito colpita da interdittiva antimafia della prefettura. Ma non scherza nemmeno il Comune, il primo nella regione ad applicare il Daspo urbano. (…) A farne le spese, intanto, qualche parcheggiatore abusivo. Una città ordinata, senza delinquenza, con tedeschi, americani e giapponesi che si aggirano stralunati fra strade e piazze meravigliose, come se fossero dentro un quadro rinascimentale, e senza una cicca per terra. Una città che sì, è stata anch’essa colpita dalla crisi e c’è ancora la ferita aperta di una fonderia, la Tacconi, in concordato preventivo con 450 posti di lavoro che ballano. Però il reddito di cittadinanza non sanno quasi cos’è, e il turismo è una slot machine che non arresta mai. Perché mai nell’Umbria un tempo rossa e ora sempre più verde Salvini non dovrebbe fare il pieno pure ad Assisi? “In queste zone il vecchio partito comunista garantiva sicurezza e coesione sociale. In fin dei conti la Lega non ha fatto altro che raccoglierne il testimone”, la risposa del politologo Alessandro Campi.
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